domenica 24 febbraio 2013

One Billion Rising: ratificare subito la Convenzione di Istanbul!

Le donne che in Italia si sono coordinate per organizzare l'evento di One Billion Rising scrivono ai rappresentanti delle forze che si presentano alle elezioni:
Egregi Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi, Silvia Enrico, Beppe Grillo, Antonio Ingroia, Mario Monti:

il 27 settembre 2012 l'Italia ha aderito (e solo come 23° Paese!), alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, messa a punto a Istanbul l’11.05.2011 e ad oggi firmata da 24 Paesi.

La Convenzione, che ha come principali obiettivi la prevenzione e la repressione della violenza contro le donne, mira “a promuovere l'eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini", introducendo l'aspetto innovativo di riconoscere la violenza sulle donne come una "violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione”.
Ma perché entri in vigore, è necessario che venga ratificata da almeno 10 Stati (di cui almeno 8 membri del Consiglio d'Europa), che avranno espresso il loro consenso a essere vincolati dalla Convenzione medesima. E fino ad oggi l'hanno ratificata solo Turchia, Albania e Portogallo.

Il 25 novembre 2012 la Convenzione antiviolenza NO MORE (promossa in Italia da numerose realtà impegnate da anni su questo tema), ha chiesto al Governo in carica l’immediata ratifica della Convenzione di Istanbul, ottenendo un primo via libera da parte del Consiglio dei Ministri, che però NON ha avuto alcun seguito.

Oggi, in occasione delle elezioni del 24 e 25 febbraio, il One Billion Rising Italia, anche a nome di tutte le donne e le associazioni che hanno aderito e partecipato, si unisce a NO MORE nel chiedere con forza che la Convenzione di Istanbul venga subito ratificata dall'Italia.

Il 14 febbraio 2013, la campagna One Billion Rising lanciata da Eve Ensler ha raccolto innumerevoli adesioni, non solo da parte di singoli cittadini, ma di numerosi enti e associazioni in 202 paesi. In Italia più di 200 città hanno partecipato attivamente alla campagna scendendo nelle loro piazze a testimoniare che la violenza sulle donne è un problema di tutti, che dovrebbe essere fra le priorità dell'agenda internazionale. Del resto, sappiamo che nel 2012 solo in Italia ben 127 donne sono state uccise dai loro stessi uomini, e nel resto del mondo la situazione è altrettanto drammatica.

Tutto ciò premesso e considerato, chiediamo il formale impegno di tutti i Capicoalizione e di tutte le forze politiche perché si acceleri il processo di entrata in vigore della Convenzione di Istambul:
• ove nella maggioranza eletta: garantendo la sua ratifica, entro i primi 100 giorni di Governo;
• ove nelle file dell'opposizione: impegnandosi e facendo pressioni per l’immediata ratifica da parte del Governo;
• esercitando pressione sugli altri Paesi firmatari affinché facciano altrettanto.

Firmato: tutte noi! e tutti noi... le donne, e gli uomini, che hanno danzato con One Billion Rising

mercoledì 13 febbraio 2013

La Politica Femminile: uno, dieci.. 20 blog! tanti quante le regioni italiane

Le più attente (e i più attenti) si saranno accort* della recentissima nascita di nuove voci, in rete, che parlano di politica: ma al femminile, e in questo termine sono incluse varie e diverse accezioni. Si tratta di una vera e propria rete-blog, nata in questi giorni, in vista delle prossime elezioni, sul tema "Politica femminile". Una rete-blog che si propone come nuovo strumento per offrire opportunità di comunicazione per le candidate e le politiche donne (notoriamente le più penalizzate dall'informazione politica tradizionale). Ma non solo.
E come funziona? 
Premessa doverosa, è che "donna" non basta: ce lo siamo sempre dette. La rete blog stabilisce dunque come pre-condizione il riconoscersi nei temi più propri al movimento delle donne: rispetto della Costituzione, legalità, democrazia paritaria, diritti, contrasto alla violenza, cultura ed educazione, sviluppo sostenibile, visione economica non predatoria.

Premesso questo, tutte le candidate che lo desiderano (facendone richiesta alla mail indicata nelle istruzioni), riceveranno l'accesso al proprio blog regionale di riferimento come autrici, di modo di potervi collaborare autonomamente. 
L'intento immediato è dare agli elettori e alle elettrici l'opportunità di trovare le proposte delle candidate riunite in uno spazio di confronto trasversale, collettivo e trasparente.
Ma più in generale, il progetto si ripromette di far emergere la specificità del femminile nella politica: nei metodi e nei contenuti.

Il primo blog della serie è nato sulla Regione Lombardia (moderato dal gruppo Donne per Milano), e già conta numerosi contributi. Sono poi seguiti Politica Femminile Lazio (moderato dal gruppo di Donne e Informazione), Piemonte (moderato da Laura Cima) e Liguria (moderato da Monica Lanfranco); stanno inoltre per comparire Puglia (moderato da Magda Terrevoli), Calabria e Toscana, e altri sono in preparazione.
Tutti saranno poi collegati fra loro e riepilogati in una pagina di riferimento nazionale.

Al momento le candidate invitate sono, per ogni blog regionale, quelle che si presentano alle elezioni regionali oppure che, proveniendo da quella Regione, si presentano alla Camera o al Senato. 
La rete-blog della Politica Femminile avrà tuttavia una sua funzione anche ben oltre il periodo elettorale, proprio nell'ambito degli sforzi per un vero rinnovamento della politica, dei suoi modi e dei suoi temi.

Il progetto nasce per iniziativa della Rete delle reti femminili (la piattaforma-contenitore nata proprio attraverso questo blog!) che come sapete opera secondo la filosofia del lavoro collettivo. Dunque anche l'intero progetto va visto come frutto di un lavoro collettivo (nel quale includiamo tutti i contributi delle candidate e delle politiche elette). Ogni blog regionale, tuttavia, è ovviamente seguito da un gruppo locale o da una moderatrice radicata in quel territorio. Una di loro (Laura Cima) scrive, nel suo post di esordio sul blog Liguria: 
"(...) dobbiamo tentare il cambiamento con le donne che saranno elette, soprattutto quelle che vorranno relazionarsi a noi, e che questa volta, per tante delle ragioni dette lì, sarebbe stato più facile e necessario. (...) Uno stato con le sue istituzioni da rifondare, forme di convivenza e di società da ritessere, democrazia da reiventare. Abbiamo tante competenze tra noi, perchè non formuliamo e confrontiamo ipotesi? (...) Pensare in grande, dare forma ai desideri, riportare la vita al centro. C’è da riformulare anche il nostro linguaggio, liberarlo da “mantra” che stanno diventando ripetizioni rassicuranti e ripetitive. La sfida è alta ma solo noi abbiamo qualcosa da dire di nuovo
Di questo sono convinta. Mettiamoci a lavorare insieme e crediamoci. Questo desidero e questo mi aspetto".
E questo ci aspettiamo anche noi; con l'aiuto di tutte voi. Avete amiche candidate? grazie se vorrete suggerire loro di partecipare. E grazie se ci seguirete.
Vi aspettiamo!

PS • inizialmente.. il progetto aveva esordito solo per la Lombardia: qui una breve video-intervista sul primo nato. E' grazie alla vostra propositività che si sta estendendo. Non fermatevi! Non fermiamoci. :-)