BASTA USARE LE DONNE CONTRO IL BENE COMUNE

Queste considerazioni sono state condivise dal gruppo iniziale che ha dato vita al progetto di questa rete. Come tali le sottoponiamo alla riflessione di tutti.

Il primo tema su cui poniamo l’attenzione, in rapporto al progetto di un vero progresso, è che le donne sono usate da sempre come arma di massa contro il bene comune.

• E’ un fatto ovvio ma sistematicamente trascurato, (fatto salvo Engels) anche dai più sinceri “amici delle donne”. Anzi molti lo vedono come un argomento bizzarro. Ma perché?

• La ragione di questo deve stare in una profondissima rimozione, in gran parte inconscia; che però obbedisce alle esigenze di chi ha ottime ragioni per non volere che se ne parli.

• E’ invece qualcosa su cui tutti dobbiamo smettere di sorvolare, in quanto ha un diretto rapporto con il progetto di un vero riscatto femminile, e planetario.

• E’ importante indagare bene il perché, spregiudicatamente e onestamente. Sappiamo che le grandi lobby di potere (politico ed economico) sono divise da forti rivalità. Ma guardando le cose dall’alto vedremo che, al di là di ogni rivalità, una collaborazione trasversale riunisce sempre i grandi contendenti in tregue e accordi di interesse reciproco: patti per il profitto che però vanno contro gli interessi delle popolazioni. Nota bene: il successo di tali patti fra diversi centri di potere si fonda su una trasversalità capace di mettere sempre in primo piano il profitto.
Rivalità > Le opposizioni fra questi gruppi trasversali si esprimono in rapporti tesi, o aperti conflitti (fra Governi e figure politiche, o fra imperi commerciali ed economici); inoltre nelle contrapposizioni fra ideologie o religioni, e in vere e proprie guerre.
Patti > Le  tregue si esprimono al livello del business che (proprio attraverso catastrofi, epidemie, abusi, saccheggi e guerre), porta alla spartizione di immensi profitti.

• Apparentemente il “bene comune” è ovunque la promessa della politica e l’impegno assunto da tutti i Governi. Come mai questa promessa è (quasi) immancabilmente tradita? Come mai il bene comune è il valore più universalmente calpestato?


• Perché tutto questo non è frutto (solo) di incapacità o di fallimenti. Discende anche da un'attenta strategia: la strategia economica che, da un lato, privatizza (a vantaggio di pochi) privilegi e profitti, dall’altro socializza le perdite e le catastrofi (a danno di tutti). Da sempre questo meccanismo, del business privato ai danni della comunità, predomina nel mondo, eternamente sostenuto da un'ingiustizia sociale che si fonda su oligarchie, sistemi iniqui, affari sporchi, poteri mafiosi, informazione non veritiera, propagande e dittature.

In questo quadro, il “bene comune” non è che un pericoloso intralcio. Perché? Perché è sinonimo di trasparenza, partecipazione sociale, democrazia, equità. Dunque si frappone diametralmente a questo consolidato sistema e al successo dei suoi affari.

E lo strumento che più sostiene tutto questo insieme è, ovunque e da sempre, l’antagonismo fra i sessi. Partiamo da un dato acquisito:
> sul piano culturale, l’antagonismo fra uomo e donna attraversa tutte le società, e viene alimentato eternamente dalla misoginia.
«Una gli dèi fecero dalla terra, e la diedero all’uomo: minorata, non ha idee né di bene né di male. Una cosa la sa: mangiare. E basta. Se Dio manda un dannato inverno, trema di freddo ma lo sgabello al fuoco non accosta. Il più grande male che Dio fece è questo: le donne. A qualcosa par che servano, ma per chi le possiede sono un guaio» (Simonide, IV sec. A.C.).
> la misoginia viene nutrita da retaggi tramandati ma anche da una vera istigazione occulta e costante all’oltraggio del femminile, al disprezzo più o meno velato, oppure alla paura e alla diffidenza verso le donne. Questo, a sua volta, crea rancore femminile contro il “maschile”
> sul piano pratico, poi, il conflitto fra i sessi viene efficacemente sostenuto da 3 fenomeni sociali estremamente diffusi, imposti ancora per legge o per cultura in molti luoghi, oppure, anche dove non ammessi per legge e culturalmente rinnegati, ancora statisticamente presenti:
1. la negazione dei diritti femminili
2. l’esclusione delle donne dalle posizioni decisionali
3. la violenza di genere nelle sue infinite forme.

• Tutto questo non è casuale. Non è ineluttabile. Non è un’innata disposizione dell’anima umana. Il sessismo (con la violenza sessista che ne deriva) non è un fatto privato e tanto meno istintivo. E’ invece un dettato, anche apertamente esplicitato nella fondazione stessa del Diritto Greco e poi da quello Romano derivato (G. Duby). E' una distorsione attentamente fomentata in quanto è, da sempre, la più potente arma che esista contro i rischi di una vera Democrazia.

• Lo strumento con cui i Governi tengono a bada la parte maschile dei popoli è infatti la supremazia sessuale offerta al maschio dalle società patriarcali. Alla metà maschile della popolazione viene da sempre gettata in pasto una contropartita: noi, le donne.
«Possediamo le cortigiane per il piacere, le serve per le cure quotidiane, le mogli per darci figli legittimi ed essere le custodi fedeli delle nostre case». (Pseudo-Demostene, IV sec. A.C.)

• Una sotto-umanità su cui ogni uomo è invitato a essere sovrano, ai più diversi livelli, per non essere efficace come oppositore. Padrone in casa propria.

• Pensiamo solo al termine “capofamiglia”. A casa sua ogni uomo, anche il più miserabile, sia Re. Che tentazione irresistibile.. E se ottiene questo regno privato, che gli importa della democrazia? che gli importa di dove va il mondo, verso che burroni sta precipitando?

• Non facciamoci distrarre dalle conquiste che, solo negli ultimi decenni, in molti Paesi hanno intaccato questo modello millenario, conducendo a parità legislative.

• Non sottovalutiamo il potere di questo schema mentale incoraggiato in mille modi e profondamente radicato anche a livello inconscio.

• Guardiamo la visione di insieme tenendo ben ferma l’attenzione su questo punto: perché ogni sforzo, ogni progresso, fuori da quel quadro più ampio, sarà sempre frenato, soggetto a una grave dispersione e fatalmente destinato a regredire.

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