giovedì 5 luglio 2012

Assassini e basta: senza giustificazioni

Neanche nel dare la notizia della condanna all’ergastolo per l’uomo che ha ucciso la ex partner, la maggioranza di giornalisti e media rinuncia a distorcere e a falsare la verità. La sentenza è stata emessa a Torino il 3 luglio e su La Stampa, il quotidiano sicuramente più letto in città, sia nel titolo che nel pezzo leggiamo che l’assassino era “accecato dalla gelosia”. Ora, tanto “accecato” non era se l’ha uccisa scaricandole addosso otto proiettili calibro 9. Ma tant’è. Anche sul tg di Sky, pochi giorni fa, il cronista usa parole come “delitto passionale”  per dare la notizia che a San Giuliano Milanese una ragazza di 26 anni, è stata assassinata dall’ex fidanzato. Lui la aspettava in casa, con la scusa di riprendersi le ultime cose ancora lì, con una tanica di benzina e un coltello, con il quale l’ha colpita ripetutamente. Per cercare di sfuggire al suo assassino la giovane si è gettata dal balcone. Lui, purtroppo dopo, si è dato fuoco.
Potremmo citare per ogni donna uccisa dal partner o ex (tante, troppe, difficile ormai tenerne il conto) molti esempi di un malcostume giornalistico ancora troppo diffuso. Imperdonabile. E bene fanno le donne a puntare il dito contro i media. Che distorcono le notizie e il significato di parole come passione, gelosia, amore, raptus o follia, alla ricerca di una giustificazione che non c’è, che non puo’ esserci.
E la sentenza di Torino sicuramente aiuta tutti a comprendere perché non puo’ esserci. L’uomo condannato all’ergastolo aveva infatti chiesto il rito abbreviato che, in caso di condanna, prevede una riduzione fino a un terzo della pena. Ma stavolta nessuno sconto c’è stato. Perché per il PM e il giudice che ha emesso la sentenza, si è trattato di “omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi”.
Sul blog del Corriere della Sera, “La ventisettesima ora”, la giornalista Elisa Sola scrive che questa sentenza rende giustizia alla vittima, Marina Corradino, 46 anni e, si augura, “ serva da monito”. Dubito possa servire da monito a quegli uomini che non sanno rinunciare al possesso sulla vita, sulle scelte e sui sentimenti di una donna. Vorrei augurarmi che serva almeno a ricordare al mondo dei media che il delitto passionale è stato cancellato da trent’anni dal nostro codice penale, così come l’adulterio, un tempo punito con il carcere per le sole donne. Che i rapporti affettivi o di vicinanza tra il carnefice e la vittima sono un’aggravante, mai una giustificazione. In ogni reato.

La legge è cambiata, si è adeguata all’evolversi dei rapporti nella famiglia, nella vita affettiva delle persone. Solo una gran parte del mondo dei media continua, colpevolmente, a raccontarci un mondo che non esiste più. Peggio, ce lo racconta con gli occhi e i gesti degli assassini.
di Cinzia Romano






1 commento: