martedì 31 gennaio 2012

Parla Anna Cianci, SNOQ Benedetto del Tronto

E' bello essere in rete, è bello essere qui tutte insieme. La rete, metaforicamente, unisce, collega, pur proveniendo da direzioni diverse. 
Nella rete però ci si può anche disperdere. Quindi, è importante avere dei punti di riferimento che possano concretizzarsi in una forma più strutturata per far sÏ che noi donne possiamo meglio interagire ed intervenire nella politica e nel sociale; per garantire la nostra presenza nei luoghi dove si conta.. Dobbiamo far sentire in maniera più forte ed incisiva la voce delle donne dove si decide, dove si può cambiare, dove la diversità deve diventare un valore, una ricchezza.

lunedì 30 gennaio 2012

Parla Giuliana Brega, SNOQ Ancona

Carissime amiche, ci è stato chiesto di parlare di Ancona e di parlare del nostro ‘metodo’... In quel momento abbiamo capito di averne uno e di essere riuscite, in questi mesi, a costruire una architettura del nostro stare assieme che presenta spunti di un qualche interesse.
Innanzitutto vorremmo precisare che il 13 febbraio è stato sì un punto di partenza ma anche un punto di arrivo nella nostra città. Un punto di partenza perché ha aperto, come in molte altre situazioni, una stagione nuova, in qualche modo.  

Parla Donne Medit*attive

Come vorremmo contribuire alla Rete delle Reti con la nostra specificità
Da quando è iniziata quest’avventura, sono state tante le occasioni per fare fronte comune sui temi che ci riguardano, come il diritto alla partecipazione, la rappresentazione della donna nei media, la questione del lavoro. E vediamo come il CORPO COLLETTIVO femminile si sia finalmente risvegliato. 

Un essere vivente costituito da tanti organi con differenti funzioni, tutte indispensabili al buon funzionamento dell’organismo intero. Perchè questo Corpo Unico sia efficace nel suo pensare e agire, nel suo camminare, dobbiamo essere noi a dargli EQUILIBRIO, perchè senza equilibrio rischierà di sbandare e cadere. 

Parla Giuliana Nuvoli

Adesso, siamo davvero più forti. 
Con una RETE DELLE RETI possiamo diventare quello che già siamo: un corpo unico, solido, compatto…. imbattibile. 
Mi presento, a quelle di voi che non mi conoscono: insegno letteratura, scrivo libri, organizzo convegni, mi occupo di tante cose, soprattutto di educazione, cultura, diritti, Bellezza; e soprattutto mi interessa dedicarmi al radicarsi di nuovi metodi per una NUOVA POLITICA: etica e trasparente. Per questo sono fra le animatrici del gruppo fb Contributi per Milano Civica.

E a questa "nuova politica", che ci serve disperatamente, credo davvero potrà dare l'impulso più decisivo proprio l'impegno collettivo delle donne. E’ rasserenante vedere che oggi questo impegno è possibile: non avvertire più l’affanno della distanza; è consolatorio osservare questa solidarietà reciproca; è magnifico ascoltare le voci di tutte che arrivano dai luoghi più impensati, e tutte alte, chiare, senza incrinature. E ora, con questo magnifico progetto, saremo molto più di "una" Rete di donne: saremo LA RETE, un modello di pensiero e di azione comune, dove l’”io” finalmente parla sottovoce, e il “noi” è la parola d’ordine. 

Parla Patrizia Galeazzo

La Rete delle Reti mi piace, è quello che ci serve e io ci sono
Non lo dico perché l'ho sostenuta fin dal primo minuto (personalmente e con il mio sito), ma perché man mano che prende velocemente forma, sotto ai nostri occhi, sono sempre più convinta che l’iniziativa della Rete delle reti femminili abbia molti pregi. Primo fra tutti la libertà di appartenere ad un sistema di valori umani che scansa i particolarismi dei colori partitici.
Questo è il pre-requisito per fare sistema rispetto a una laboriosa e dinamica presenza al femminile nella piazza virtuale. 
Le realtà locali e nazionali sono in reale trasformazione perturbate dai nuovi equilibri
del pianeta. Forse un mondo migliore è ancora possibile, soprattutto se restiamo
connesse ognuna con i propri circuiti di buona volontà. 
Cosa mi impegno, io, a mettere in comune? 
Offro i miei nessi con l' innovazione tecnologica per esempio; le mie relazioni per la cittadinanza attiva; le mie capacità di tenere connesse realtà diverse, ma soprattutto donne che hanno qualcosa da dire; e perchè no anche qualche battaglia
per i diritti delle donne. 
Per ora mi fermo qui per non esagerare sulle promesse... ma ci sono. 
Grazie per tutto

Parla Donne per la Città

Noi donne abbiamo bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile! 
Questa frase fu pronunciata dalla moglie del premio Nobel per la matematica, John Forbes Nash: Alicia, che  la rivolge al marito in un momento di estrema disperazione causato dalla malattia mentale (schizofrenia paranoide) di John. 
Donne diverse, comunque belle o diversamente belle. 
Tutte intere oppure un po' alla volta. Donne satellite, dalle stalle alle stelle, Donne mediatiche, Donne fantastiche e Donne terra terra. Sezionate, ordinate, scapigliate. Donne con megafono o stanche di guerre. Donne in discussione e Donne senza tante discussioni. Operaie, dive del cinema e della televisione. Giornaliste, scrittrici e casalinghe. Donne che ci sono sempre state e donne che non c’erano mai state. Donne in opposizione e Donne un po’ qua un po’ là. 
Donne frivole che si smentiscono e Donne troppo serie che si alleggeriscono.

Parla Raffaella Costi

Specchio,  specchio delle mie brame... per la Rete delle  reti, una riflessione sul rapporto delle donne con i partiti e la  politica
1) Gli ultimi vent'anni almeno hanno visto l'arretramento del movimentismo femminile, a favore di una più marcata presenza delle donne all'interno dei partiti.
Non è stato un processo indolore quello che ha permesso loro di attestarsi nei partiti ed i risultati, sia pure variamente differenziati sul territorio nazionale, nella maggior parte dei casi rappresentano le donne in posizioni mediane e ben distanti da autentiche assunzioni di potere; rarissimi poi sono i casi in cui, da posizioni di potere, le donne abbiano ampia facoltà di intervento sulle questioni femminili.
Ciò avviene tanto nei partiti di sinistra, che in quelli di destra.

Parla Manuela Mimosa Ravasio

Riflessione inviata da Manuela Mimosa Ravasio al primo incontro per la Rete delle Reti  
Cara Lidia (Lidia Castellani, ndr, che ha letto a Roma la lettera di Manuela Mimosa), questa lettera è per te, e per le donne che stanno organizzando con generoso impegno la Rete delle Reti. Non posso dire di scrivere "a nome" di #2eurox10leggi perché di fatto, #2eurox10leggi non è un'associazione, non è un comitato e non si è mai data un'organizzazione che in modo trasparente e democratico scegliesse funzioni di rappresentanza. 
Lo dico subito perché ho grande rispetto per i processi democratici, anche e soprattutto all'interno delle associazioni, e credo siano indispensabili per quel diritto/dovere di rappresentanza di cui tutto il movimento femminile, a mio parere, avrebbe bisogno per incidere in concreto nella realtà e nella politica. 

Parla Silvia Nascetti

Gender Mainstreaming, Buone Prassi e Azioni Positive, Empowerment: sono i fondamentali elementi per una società nuova, migliore di quella attuale, dove donne e uomini abbiano le stesse opportunità. 
Dove lo "sguardo" sulla realtà, sulla visione del futuro e programmazione dello sviluppo sia doppio, femminile e maschile. 
Il punto di partenza è la volontà di cambiare con il Gender Mainstreaming, il punto di vista delle donne in tutte le politiche ed azioni.  

Parla Maria Pia Ercolini di Toponomastica Femminile

Ho accettato volentieri l’invito a questa riunione che, promuovendo una nuova iniziativa a favore della comunicazione fra donne, certamente va nella tendenza di colmare vuoti che tutte sentiamo. Il sostegno che da parte mia chiederò a questa rete sarà di aiutare a far conoscere e diffondere il messaggio del gruppo Toponomastica Femminile.
Infatti un Paese democratico si batte per la parità e la democrazia, che passano attraverso i contenuti, ma prima ancora attraverso i simboli.
Quante strade in Italia sono dedicate alle donne?
Quante agli uomini?

Parla Lidia Castellani

Per chi suona la campana? Cominciamo col dire chi siamo, così ci sarà più facile capire chi vogliamo essere 
IO SONO.. Lidia Castellani, germanista e scrittrice, fondatrice del gruppo FB ‘Le nostre figlie non sono in vendita’, nato in un giorno di assoluta disperazione, quando i giornali riportavano le battute dei genitori delle ‘olgettine’ escluse, e sembrava che tutta l’Italia fosse pronta a vendersi al Satrapo.

Sono ‘Persona Libro dell’Associazione Donne di carta’, ideatrice dell’Osservatorio sul senso e la dignità delle parole, del quale vorrei tanto parlarvi ma non c’è tempo. Ma sono anche ‘Donne e informazione’ e potrei continuare.. non per mettermi sul petto delle medaglie che si sbriciolano da sole ma per dire che ai tempi di internet innalzare steccati di appartenenza è impossibile, è come mettere dei confini all’acqua. 

Parla Lidia Mangani, Comitato 13 febbraio Ancona

Il Comitato 13 febbraio Ancona al primo incontro sula Rete delle reti, 28 gennaio 2012
Il 13 febbraio nelle piazze di tutta Italia abbiamo denunciato che “l’Italia non è un paese per donne”, offese nella dignità, oggetto di violenza, discriminate nel lavoro, penalizzate dai tagli alla scuola pubblica e ai servizi, ignorate dalla politica.
Dopo un anno abbiamo l’obbligo di un bilancio. Cosa abbiamo ottenuto?
Abbiamo ottenuto che siamo in campo, Comitati di donne sono nati o rinati in tutta Italia, ma non c’è un Coordinamento nazionale di queste realtà, non c’è un’azione comune.

Parla Iole Natoli

Con questo intervento sottopongo alla Rete delle reti il tema dell' 'Iter del cognome materno in Italia nei regimi di matrimonio e di convivenza', e la disponibilità del mio gruppo a collaborare col portale su questo tema.
Ci è capitato più di una volta di chiederci in quale modo una di noi reagirebbe, se il conducente di un bus le dicesse: “Non puoi sedere in un posto anteriore come gli uomini, A TE spettano solo quelli in fondo”. Ritenendo, a ragione, che in Italia non sia possibile permettersi questo, reagirebbe con una bella denuncia. Però non facciamo altrettanto con lo Stato che impedisce a ogni donna coniugata di registrare con il suo cognome i figli, partoriti in prima persona da lei.
Questo nostro gruppo, nato su fb nell’aprile 2010, intende opporsi con determinazione e con forza al perdurare di una discriminazione di genere, colpevolmente operata dallo Stato.

Parla Elsa Stella

...Vogliamo stare in rete come uno sciame di zanzare che pungolano il potere imponendo le proprie idee. Ma anche: ..hanno tolto la A dal vocabolario, noi dobbiamo rimettercela... Oppure: ...da satelliti dobbiamo diventare pianeti, da periferia centro, preoccupandoci non solo delle donne ma del paese. 
Sono alcuni degli spunti lanciati con passione dalle donne che il 28 gennaio hanno preso parte, nella sede della FNSI a Roma, alla prima riunione costitutiva della Rete delle reti, a un anno da Se non ora quando. 

Parla Fab(b)rica delle Donne

L’Associazione Fab(b)rica delle Donne sulla rete delle reti

La nostra associazione, Fab(b)rica delle Donne, è una realtà nata e cresciuta in un territorio particolare, quello di Viterbo e provincia, dove la rappresentanza delle donne, in tutte le istituzioni pubbliche e private e nella vita sociopolitica, era ed è  ancora pressocchè inesistente, al di sotto della media nazionale.
E’ di qualche giorno fa la sentenza del TAR che dichiara illegittima la Giunta di Viterbo, per la mancanza totale di presenza femminile, ma come il  capoluogo così sono quasi tutti gli altri comuni della provincia.
La nostra associazione ha una finalità molto concreta: lavoriamo sul territorio per tentare di ridisegnarlo ,di  renderlo in grado di ascoltare e rispondere alle nostre  esigenze , tentando  di fare entrare nel dibattito sociale e politico le questioni legate alla parità e alle pari opportunità, agli stereotipi di genere , alla omofobia  e alla violenza per costruire un percorso dove le donne possano entrare e riconoscersi e questo con azioni mirate  nei confronti della cittadinanza e delle istituzioni pubbliche e private.

Parla Ornella Mascoli

La forma movimento nella rete delle reti
Da sempre i movimenti si interrogano sulle modalità di costruzione della propria forma, che, come sappiamo, ha implicazioni ben più sostanziali di quanto la parola vorrebbe definire. Perché la forma della democrazia è fondante e sostanziale, perché i modi della relazione fra entità dotate di propria autonomia e specificità sono determinanti nella crescita e nella buona salute degli stessi. Esiste uno specifico delle donne anche nella costruzione della forma-movimento? E, ancora, quanto la forma network può rispondere ai bisogni di un movimento in fase di costruzione? Queste sono alcune delle domande cui tenteremo di dare risposta, o, come preferirei, di cominciare a rispondere in modo dinamico.
Il primo dato da osservare è la natura del movimento delle donne in questa fase. Abbiamo assistito ad un movimento potentissimo (SNOQ, il 13 febbraio), ma di natura reattiva. Abbiamo risposto come anticorpi scatenati ad un’infezione virale che attentava alla nostra sopravvivenza. L’andamento successivo, però non ha dato i frutti di continuità che tutte avremmo sperato. E questo non perché le piazze non abbiano risposto adeguatamente, non è credibile immaginare di ripetere certi exploit, ma perché, malgrado esperienze fondanti come quella di Siena, non è nato un vero e proprio movimento strutturato, capace di permeare la società nelle sue molteplici articolazioni. 

Parla Agnese Kirtan Donati

Metti il cuore nella testa e la testa nel cuore, perché il cuore da solo è stupido e la testa da sola è crudele.

È un detto Sufi che, secondo me, può essere un buon suggerimento al movimento delle donne. L'emotività calda delle donne se riesce a  direzionarsi è una forza molto potente, ma se cade sotto il dominio della mente, che  stabilisce giudizi e divisioni, è destinata al fallimento. I romani dicevano: divide et impera, non è cambiato molto in duemila anni! Finora il potere ha avuto bisogno di dividere per poter gestire il comando: destra e sinistra, nord e sud, cristiani e islamici, poveri e ricchi, diventano categorie con cui ci si identifica, che inevitabilmente entrano in conflitto tra loro. Il mondo però sta cambiando, c'è una nuova consapevolezza e tutto questo non funziona più. Dai Paesi Arabi a Wall Street, all’Europa, arriva la richiesta di un potere trasparente che condivide e unisce. Un potere che ha caratteristiche femminili. 
Le donne hanno un compito fondamentale in questo processo, perché nell'accudire e crescere la vita hanno imparato ad armonizzare molti contrasti. Naturalmente questo non vuol dire che non ci siano soprusi da combattere.

Parla Paola Mazzei, di Archeologhe che (r)esistono

Per un progetto di Rete delle Reti  (intervento in 2 parti) di Paola Mazzei, di Archeologhe che (r)esistono
PARTE PRIMA
La proposta di creare uno spazio virtuale interrelato in cui tutte le donne possano incontrarsi, conoscersi, discutere, nasce dalla constatazione di una necessità: quella che le donne consapevoli, e interessate alla relazione con le altre donne consapevoli, abbiano la possibilità materiale di parlarsi e di confrontarsi e, prima ancora, abbiano la possibilità di conoscersi, e di riconoscersi, in tutte le loro diverse identità e in tutte le loro rispettive differenze. Questa proposta non nasce dal nulla, dunque, ma è debitrice di tutto ciò che è stato fatto finora dalle donne nel campo della comunicazione interattiva nel web, e nel campo delle iniziative che da questa interrelazione sono nate e si sono sviluppate.
Da qualche anno a questa parte, lo spazio virtuale è stata la scena pubblica su cui si sono manifestate ed hanno operato tante donne: singole blogger, siti collettivi, creatrici di spazi che sono stati, e sono, espressioni di singole individualità, oppure espressione di gruppi più o meno ampi, e più o meno corrispondenti a realtà aggregative ed operative presenti anche sul piano materiale. 

Parla SNOQ Coord. Reg. Marche

SNOQ REGIONE MARCHE all'incontro per la RETE DELLE RETI, Roma, 28/1/2012.
Buongiorno a tutte, mi chiamo Marina Barausse e intervengo in rappresentanza dei gruppi SNOQ delle Marche. Nella regione Marche dopo il 13 febbraio si sono costituiti comitati SNOQ nelle città di Ancona, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Fermo, Pesaro, Senigallia e Macerata, e nel novembre scorso abbiamo dato vita ad un coordinamento regionale allo scopo di avviare iniziative collegate nel nostro territorio e per rapportarci in modo unitario con le istituzioni politiche ed amministrative regionali e non solo.
Oggi siamo presenti con un nutrito gruppo di amiche a questa bellissima giornata perché, prima di ogni altra cosa, noi siamo donne e crediamo che il movimento delle donne potrà crescere e rafforzarsi solo se riuscirà davvero a mettere in “rete” (e per rete questa volta non si intende internet!) le molte, variegate e sfaccettate realtà delle associazioni e dei gruppi  che condividono impegno ed interesse a migliorare la vita delle donne italiane, ma non solo delle donne.

Parlano Francesca Sanzo e Giorgia Vezzoli

Fem blog Camp 2011: Facciamo Rete? una piattaforma per tutte 

Ogni giorno cresce il numero delle realtà presenti in rete che si occupano di femminismo in diverse declinazioni. Ma la rete è una somma di periferie e non sempre i diversi nodi comunicano tra loro comunicano con il rischio di dispersione. L’attivismo territoriale è inoltre a volte “sedato” dalle moltissime iniziative on line che moltiplicano energie e tempo sul web invece che sul territorio e con conseguente scarsa partecipazione attiva. Essere a Roma all’incontro Reti delle Reti è il segno che tutte noi vogliamo trovare un filo rosso che leghi le differenti istanze per fare MASSA CRITICA in maniera collettiva, pur rispettando le singole specificità.  L’IDEA E’ quella di costruire uno strumento di condivisione e promozione on line di tutte le iniziative, eventi e realta’ presenti. 
Le caratteristiche necessarie sono che ogni realtà debba avere un proprio accesso per la gestione diretta dei contenuti.  E’ possibile l’aggregazione di contenuti attraverso RSS di siti che si iscrivono, di modo che si crei uno  strumento in grado di rilanciare un’agenda condivisa di eventi (utile anche per la progettazione , in modo da non sovrapporsi)così da avere un  mix di contenuti automatici e contenuti revisionati da una redazione.

Parla Cinzia Romano

In questo ultimo anno si è imposto un nuovo soggetto politico che ha la parola, il sapere e l’agire delle donne. 
Per molte di noi Se non ora quando è stato l’avvio di un cammino, per altre la continuazione di un cammino sicuramente meno solitario. Tutte siamo riuscite a creare una nuova attenzione intorno alle parole e alle richieste delle donne. Oggi nessuno puo’ negare che siamo un soggetto politico, forse non il solo, ma sicuramente quello che puo’ rappresentare una ventata di novità nel panorama politico, istituzionale e imprenditoriale che ha mostrato tutti i suoi limiti nella crisi del Paese.
Le donne si sono organizzate in mille gruppi, associazioni, movimenti, a secondo delle priorità e i temi che ciascuna ha sentito e sente prioritari. E molte vogliono sentirsi protagoniste attive, non solo aderendo a questo o quel gruppo movimento, ma in relazione con le altre.
In molte sentiamo l’esigenza che il lavoro e l’appartenenza a gruppi e associazioni non limiti scambio con le altre. Il lavoro di ognuna è fondamentale per tutte ; le varie analisi e proposte elaborate da alcune devono potersi confrontare con quelle delle altre per trovare una sintesi e una condivisioni che ci renda tutte più forti.

Parla Donne per Milano

Noi, come Donne per Milano, ci colleghiamo DIRETTAMENTE agli argomenti portati dalle Donne ultraviolette, che sottoscriviamo in toto, per sviluppare a nostra volta la riflessione che più ci sta a cuore. Perché ci riallacciamo al loro intervento? Perché in esso sono ben focalizzati il tema della , CENTRALITA’ DEL RUOLO DELLA DONNA E DEL RAPPORTO FRA I SESSI, il quale viene messo in diretta relazione con il problema della DEMOCRAZIA  e, per estensione, con i modi e i termini stessi della POLITICA.
La nostra pagina FB, come forse alcune di voi già sanno, è comparsa per iniziativa di alcune donne che sostenevano Pisapia nella campagna elettorale 2011 per l’elezione del nuovo sindaco di Milano: eravamo nate sull’onda dell’indignazione per un modo di far politica che lo attaccava bassamente con calunnie, dunque basato sulla menzogna e la propaganda, anziché sui veri contenuti legati a prospettive e progetti. I nostri intenti di opporci a simili metodi si trovano qui, A QUESTA NOTA chiaramente espressi. Saremmo dunque, secondo i soliti schemi triti e ritriti, delle “donne di sinistra”; eppure questa definizione ci sta stretta. Ma non perché rinneghiamo l’essere di “sinistra”: semplicemente una simile definizione NON ci sta più bene perché NON ci basta più.

Parla Donne ultraviolette

Diamoci dentro, generosamente.
Come Donne ultraviolette esprimiamo l’invito a promuovere una vera RETE DELLE RETI DELLE DONNE con tolleranza e generosamente, senza protagonismi e senza barriere, senza illudersi di essere capite e apprezzate da tutte, ma restando – anche davanti ad eventuali chiusure, diffidenze e opposizioni - aperte a tutte e senza preclusioni. 
Dare il massimo per la sua realizzazione in modo davvero disinteressato, e con piena fiducia nella sua utilità, sono per noi le condizioni di un sicuro successo. Ma questa è anche conditio sine qua non.. riteniamo cioè indispensabile questo spirito per fare una cosa veramente nuova, capace davvero di farci fare un grande passo avanti. Con questa assoluta certezza ci impegneremo a fare del nostro meglio per la sua riuscita.
L'altro aspetto su cui ci preme porre l'accento sono i 2 temi centrali del progetto/manifesto su cui nasce questa rete:
1. L’UNIONE NELLA TRASVERSALITA’ IN NOME DEL BENE COMUNE
2. LA CENTRALITA’ DEL RUOLO DELLA DONNA PER LA DEMOCRAZIA

Parla DEB- Donne e basta

LE D.E.B. E LA RETE DELLE RETI
Salve a tutte! Siamo uno dei gruppi che ha voluto e organizzato questo evento insieme ad altri e siamo felicissime di trovarci qui con tutte voi. Noi D.E.B. con il blog DONNE PER IL D-DAY e il gruppo Fb D-Day siamo nate circa due anni fa, lavoriamo e abbiamo lavorato puntando molto sulla creatività e sui linguaggi.  
E trovandoci ad affrontare questa sfida, quella di una grande Rete delle Reti di tutte le donne, abbiamo pensato di partire proprio dal nostro specifico.

Sul rapporto fra i sessi


UNA RIFLESSIONE FILOSOFICA IN 5 PUNTI
Questo documento propone alcune considerazioni, sotto forma di una sorta di presupposti filosofici di base, che portano alla conclusione di quanto sia importante estendere il più possibile una rete delle connessioni femminili: per le donne e per tutta l’umanità. Non si tratta, evidentemente, di un Manifesto a cui "aderire”; e tanto meno di asserzioni che si contrappongono in qualche modo alle articolate teorie della lunga storia del femminismo. Ma su queste idee si sono trovate d’accordo le donne che hanno avviato l’iniziativa di proporre il progetto di una rete delle reti. Per questo sono state espresse nelle linee essenziali durante la riunione del 28 gennaio, e vengono qui condivise per esteso come spunti di riflessione per tutti. 

1. Come le donne sono usate contro il bene comune e perché 
• Il primo tema su cui poniamo l’attenzione, in rapporto al progetto di un vero progresso, è che le donne sono usate da sempre come arma di massa contro il bene comune
• E’ un fatto ovvio ma (fatto salvo Engels), sistematicamente trascurato anche dai più sinceri “amici delle donne” e dalle donne stesse. Anzi molti lo vedono come un argomento bizzarro. Ma perché?
• La ragione di questo deve stare in una profondissima rimozione, in gran parte inconscia; che però obbedisce alle esigenze di chi ha ottime ragioni per non volere che se ne parli.
Lo proponiamo come qualcosa su cui dobbiamo smettere di sorvolare, in quanto ci sembra avere un diretto rapporto con il progetto di un vero riscatto femminile, e planetario. Qualcosa su cui riflettere spregiudicatamente e onestamente, a partire dal mondo che ci circonda.

• Com’è logico, le grandi lobby di potere (politico ed economico) sono divise da forti rivalità. Ma guardando le cose dall’alto si osserva che, al di là di ogni contrasto, una collaborazione trasversale riunisce sempre i grandi contendenti in tregue e accordi di interesse reciproco. Si tratta di patti, spesso contro gli interessi delle popolazioni, il cui successo si fonda su una trasversalità capace di mettere sempre in primo piano il profitto e le reti di corruttela che lo sostengono.
Rivalità > Le rivalità fra questi gruppi trasversali si esprimono in rapporti tesi, o aperti conflitti (fra governi, figure politiche, imperi commerciali ed economici ecc); inoltre nelle contrapposizioni fra ideologie o religioni, e in vere e proprie guerre.
Tregue > Le tregue si esprimono al livello del business che (proprio attraverso catastrofi, epidemie, abusi, traffici illegali, saccheggi e guerre), porta alla spartizione di immensi profitti.

Il cosiddetto “bene comune” è ovunque la promessa della politica e l’impegno assunto da tutti i Governi; ma come mai questa promessa è (quasi) immancabilmente tradita? Come mai il bene dei popoli e la salute stessa del pianeta sono valori universalmente calpestati?

• L’evidenza dice che tutto questo non è frutto (solo) di incapacità o di fallimenti. E’ piuttosto intrinseco a strategie economiche e di potere che:
1. da un lato, privatizzano (a vantaggio di pochi) privilegi e profitti;
2. dall’altro socializzano le perdite e le catastrofi (a danno di tutti).
Non c'è bisogno di ricorrere a "teorie dei complotti". Il meccanismo del business privato ai danni della comunità affligge il mondo da sempre. Insieme all'ingiustizia sociale che si fonda su oligarchie, sistemi iniqui, affari sporchi, poteri mafiosi, informazione non veritiera, propagande e dittature.

 In questo quadro, il “bene della comunità” è un pericoloso intralcio. Perché? Perché è sinonimo di trasparenza, partecipazione sociale, democrazia, equità. Dunque si frappone diametralmente a questo consolidato sistema e al successo dei suoi affari.

E lo strumento che più sostiene tutto ciò è, ovunque e da sempre, l’antagonismo fra i sessi. 

• Partiamo da un dato acquisito. Noi sappiamo bene che:
> sul piano culturale, l’antagonismo fra uomo e donna attraversa a memoria d’uomo quasi tutte le società, eternamente alimentato dalla misoginia.
«Una gli dèi fecero dalla terra, e la diedero all’uomo: minorata, non ha idee né di bene né di male. Una cosa la sa: mangiare. E basta. Se Dio manda un dannato inverno, trema di freddo ma lo sgabello al fuoco non accosta. Il più grande male che Dio fece è questo: le donne. A qualcosa par che servano, ma per chi le possiede sono un guaio» (Simonide, IV sec. A.C.).

> la misoginia viene nutrita da retaggi tramandati ma anche da una vera istigazione occulta e costante all’oltraggio del femminile, al disprezzo più o meno velato, oppure alla paura e alla diffidenza verso le donne. Questo, a sua volta, crea rancore femminile contro il “maschile”;

> sul piano pratico, poi, il conflitto fra i sessi viene efficacemente sostenuto da 3 fenomeni sociali estremamente diffusi, che non solo perdurano statisticamente anche dove sono illegali e culturalmente rinnegati, ma sono ancora imposti per legge o per cultura in gran parte del pianeta:
1. la negazione dei diritti femminili  
2. l’esclusione delle donne dalle posizioni decisionali
3. la violenza di genere nelle sue infinite forme.


Ma tutto questo non è casuale. 
Non è ineluttabile. 
Non è un’innata disposizione dell’anima umana.

• Il sessismo (con la violenza sessista che ne deriva) non è un fatto privato e tanto meno istintivo. E’ invece una distorsione attentamente fomentata in quanto è, da sempre, la più potente arma che esista contro la Democrazia. 

• Lo strumento con cui i Governi tengono a bada la parte maschile dei popoli è infatti la supremazia sessuale offerta al maschio dalle società patriarcali. Alla metà maschile della popolazione viene da sempre gettata in pasto una contropartita: noi, le donne.
«Possediamo le cortigiane per il piacere, le serve per le cure quotidiane, le mogli per darci figli legittimi ed essere le custodi fedeli delle nostre case». (Pseudo-Demostene, IV sec. A.C.) 

Cos'è in tutta la storia nota dell'umanità, il genere femminile? una sotto-umanità su cui ogni uomo è invitato a essere sovrano, ai più diversi livelli, per non essere efficace come oppositore. Padrone in casa propria. 

• Pensiamo solo all’uso storico del termine “capofamiglia”. A casa sua ogni uomo, anche il più miserabile, sia Re. Che tentazione irresistibile.. E se ottiene questo regno privato, che gli importa della democrazia? che gli importa di dove va il mondo, verso che burroni sta precipitando?

• Non facciamoci distrarre dalle conquiste che, solo negli ultimi decenni, in molti Paesi hanno intaccato questo modello millenario, conducendo a recenti parità legislative.

Non sottovalutiamo il potere di questo schema mentale incoraggiato in mille modi e profondamente radicato anche a livello inconscio.

Guardiamo la visione di insieme tenendo ben ferma l’attenzione su questo punto: perché ogni sforzo, ogni progresso, fuori da quel quadro più ampio, sarà sempre frenato, soggetto a una grave dispersione e fatalmente destinato a regredire.

2 • La parità di genere è un interesse primario anche maschile
• Solo comprendere la centralità del rapporto fra i sessi in questo vero significato può chiarire come le donne siano state usate, storicamente, per consolidare il potere di pochi contro il bene di tutti.

• Accettando questo aspetto, si prende atto che solo una vera parità può disarmare l’autoritarismo e le dittature, garantendo anche agli uomini più prospettive e una vita migliore. Solo l’attenta considerazione di questa verità chiarisce quanto i nostri obiettivi siano, direttamente, nello stesso interesse degli uomini. Ma è importante per tutti, uomini e donne, capire quanto la parità, il progresso della condizione femminile, l’amicizia e il rispetto fra i sessi, e l’eliminazione di ogni discriminazione sessuale, siano condizioni obbligate per la liberazione di tutti.

• La capacità di essere “trasversali” diviene dunque qualcosa che mette in primo piano la solidarietà di genere, ma anche la capacità di accogliere e valorizzare il lavoro dei tanti uomini che sanno realmente sostenere le donne in una visione egualitaria.

Da parte delle donne, trasversalità è anche comprendere tutto quanto sopra e dunque aderire a un progetto:
1. contro ogni sessismo
2. per la valorizzazione femminile e i diritti delle donne 
sapendo che farlo è per noi donne, certo; ma è anche per il bene di tutti.

3. La costruzione del cervello collettivo tramite internet
• Abbiamo detto che creare una “rete delle reti” darebbe impulso allo sviluppo del “cervello collettivo” del pensiero femminile.

• Cosa intendiamo con “cervello collettivo”? L’ambizioso scopo di una simile connessione si può paragonare ai progressi (culturali e neuronali) che un qualunque cervello umano ottiene:
1. applicandosi all’introspezione di sè e all’osservazione del mondo esterno, 
2. sviluppando relazioni e facendo esperienze,
3. studiando, maturando competenze, elaborando una visione del mondo,
4. esercitando la propria memoria, 
5. analizzando problemi e cercando soluzioni, in qualunque ambito.

L’attivazione di queste funzioni attiva le connessioni neuronali che consentono di agire tramite il pensiero e i movimenti. E’ l’espansione esponenziale di tali connessioni, e della loro rete, che esprime e aumenta l’efficienza di qualunque cervello. 

• Tanto più queste attività si sviluppano in relazione con gli altri e con il mondo, e tanto più si attivano anche i “neuroni specchio” all’origine dell’empatia: cioè della capacità di essere solidali e di cercare soluzioni per il bene comune.

• A livello globale non è diverso: sappiamo ormai che l’umanità intera è un solo organismo, dotato di un inconscio collettivo. Un’entità che dovrebbe prendere coscienza della propria unità e comportarsi come tale. Ma inoltre, grazie alla disponibilità di internet, oggi essa dispone anche di un vero e proprio cervello globale, artificiale, in via di formazione e in rapida crescita.

• A questo cervello artificiale si applica il medesimo processo descritto per il cervello umano.

In questo cervello collettivo ciascuno di noi è un neurone, che può restare attivo o passivo. Compreso tutto questo, risulta chiaro che il carattere che assumerà questo organismo di pensiero dipende dal contributo di ciascuno di noi. Dunque dipendono da ciascuno di noi le direzioni che prenderà il nostro Pianeta.


4. Sviluppare consapevolmente il cervello collettivo delle donne
• Come lo è l’umanità nel suo complesso, anche ogni grande categoria umana si può considerare una sorta di “organismo a sé” che interagendo su internet crea un proprio cervello collettivo che, nel cervello più ampio dell’intera umanità, influenza lo sviluppo dell’insieme.

• A questo processo, noi riteniamo di vitale importanza che il genere femminile dia il proprio contributo più intenso. Per questo crediamo necessario creare (anche) una “rete delle reti” che, collegando ancora di più tutte le donne, possa rendere più efficaci gli sforzi di ciascuna.

• Una rete orizzontale, naturalmente; da quando in qua le reti sono fatte a piramide? Il più possibile elastica, flessibile, ondivaga, creativa: come lo è ogni forma di pensiero.

Un cervello pensante, in cui ognuna di noi è un prezioso neurone. 

• Ma al quale partecipa  anche ogni uomo orientato a riequilibrare il rapporto fra i sessi. Il “femminino”, infatti, lungi dall’essere una prerogativa esclusivamente femminile, è presente e attivo in diversa misura anche in ogni persona di sesso maschile. Così come è vero il contrario.

5. Unione, trasversalità, bene comune
• La nostra è evidentemente un’alleanza di genere, che respinge il maschilismo. Questo non vuole dire opporsi al genere maschile. Una simile alleanza fa appello alle risorse del genere femminile per dare il proprio apporto di cambiamento all’evoluzione positiva dell’umanità nel suo insieme.

• Il cambiamento che vogliamo deve riguardare noi, le donne. Deve migliorare la nostra condizione nel mondo, e la relazione stessa che ciascuna di noi ha col proprio femminile, e dunque anche con l’altro sesso. Tuttavia è nostra assoluta certezza che questo progresso implichi, in modo diretto e immediato, anche un miglioramento per il mondo e per l’intera umanità.

Per questo riteniamo urgente chiarire che i diritti delle donne sostengono concretamente:
>  la DEMOCRAZIA contro le dittature,
>  la PACE contro le guerre,
>  la SOSTENIBILITA’ contro la distruzione ambientale.

• Per ottenere questi obiettivi vediamo come centrali il tema della trasversalità come ricchezza, e quello dell’etica che deve stare alla base delle nostre azioni.

• Le donne sono la metà dell’intera umanità, esseri di tutte le tipologie, condizioni e convinzioni. Un movimento “delle donne” dunque è trasversale per definizione. Questo fatto può essere visto come un ostacolo alla solidarietà di genere stessa, oppure come l’arma più preziosa.

Noi riteniamo appunto che un vero successo si potrà fondare proprio su una trasversalità di genere e internazionalista, capace di mettere sempre in primo piano i diritti delle donne, come diritti umani e come parte dell’interesse comune, sempre nel quadro più ampio del rispetto del pianeta.

• Ma perché questo avvenga è necessario superare la mentalità delle etichette, il preistorico ricorso a categorie svuotate, l’abuso acritico di termini come “destra” e “sinistra”. Molti fra questi concetti sono ormai come trappole: blocchi mentali. Basta: servono nuovi riferimenti e strumenti.

• Non pensiamo possano sparire gli schieramenti. Ma siamo determinate a cercare spartiacque diversi, ben più pregnanti di schemi e ideologie ormai decomposti. Qualcosa che metta in primo piano la comprensione che:
> l’umanità è un solo organismo 
> ogni soluzione specifica va studiata nel quadro più ampio del bene ambientale e di tutti.

• Non tutte le donne la pensano allo stesso modo; ma guardiamo con fiducia a quella maggioranza di donne a cui sta a cuore il bene comune; quelle che anche per questo si battono seriamente per i propri diritti. Con questa filosofia, nel rispetto delle diverse visioni, pensiamo che una rete efficace debba comprendere, e cercare di valorizzare, tutte e i contributi di tutte.

• Restano categoricamente escluse le false proposte: quelle che sotto l’etichetta di “donne” possono celare presupposti autoritaristici e misogini (2 cose che, ricordiamolo: vanno sempre insieme).

A tutte le donne per una Rete delle reti 
28 gennaio 2012