mercoledì 7 marzo 2012

Parla Valentina, di Consumabili

Trovo il progetto di questa rete assolutamente importante e ringrazio di cuore le sue ideatrici. Mi sembra un ottimo strumento per favorire l'avanzamento di un'intelligenza e militanza collettive e coordinate, pur nelle varie diversità individuali che, a mio parere, in un progetto di questo tipo risultano valorizzate e non appiattite.
Sono una blogger non professionista, interessata ai problemi dell'industria del sesso con particolare riguardo alla tratta per lo sfruttamento di donne e bambine. Su questo argomento ho aperto il blog Consumabili; su questo sarò lieta di contribuire anche sul futuro portale.
La tratta per sfruttamento sessuale è oggi una delle forme più feroci di violenza di genere, e il fatto che le vittime siano in prevalenza straniere non è un valido motivo per non occuparsene; eppure (almeno nel nostro paese), perfino le donne non se ne occupano abbastanza. 
Un crimine che si svolge tutti i giorni sotto i nostri occhi, in strade, appartamenti, locali e centri massaggi, anche questi frequentati dai clienti italiani della prostituzione; che si calcola siano quasi 10 milioni. Per un enorme giro d'affari mafiosi. Il mio blog è nato dalla lettura di un libro illuminante: "Schiave del potere" di Lydia Cacho, giornalista messicana e militante femminista. Lydia, presidente del CIAM di Cancun (centro di accoglienza per donne vittime di violenza e sfruttamento sessuale), ha osato sfidare in prima persona il potere politico, economico e mafioso di un paese famoso per le stragi di donne e giornalisti - smascherando con nomi e cognomi il potere che protegge pornografia infantile e tratta di donne in Messico. Il suo libro traccia una mappa delle tratte di donne a scopi di sfruttamento sessuale nel mondo, cercando di metterne a fuoco il funzionamento e l'importanza strutturale che assumono (con l'industria del sesso in generale) nel capitalismo globalizzato neoliberista, teso alla massimizzazione dei profitti. Il dominio, sempre più forte e diretto, delle grandi lobby d'affari transnazionali rende sempre più labili i confini fra legalità e illegalità, nell'intreccio mafioso tra i poteri legali e quelli occulti. In questo quadro, la tratta nel mondo si sta diffondendo a tal punto che negli ultimi anni sono ricomparse convenzioni e leggi sulla riduzione in schiavitù, una pagina della storia umana che sembrava ormai sepolta.
I nuovi schiavi provengono dagli esclusi della globalizzazione, che tra l'altro sta mostrando i suoi fallimenti anche negli Usa e in Europa. Nei paesi già stroncati dal debito non esistono più i diritti naturali della persona: dove il ricatto è la povertà estrema, le persone vengono letteralmente comprate e vendute. Paesi interi, come la Thailandia, basano ormai gran parte del PIL sulla vendita di donne e bambine all'industria della prostituzione e del turismo sessuale. Così le donne non sono più solo escluse da istruzione, lavoro e possibilità di indipendenza personale, ma diventano esse stesse mera merce da cui trarre guadagni. Centinaia di migliaia di ragazzine al mondo arrivano a conoscere prima la violenza sessuale, attraverso la prostituzione forzata, che la loro stessa sessualità, che rimarrà loro spesso sconosciuta per il resto della vita. Spesso sono vendute o incoraggiate a prostituirsi dalle stesse famiglie. Scusate il lungo racconto, ma sono stufa dei luoghi comuni sull'argomento, dell'ignoranza e dei pregiudizi sessisti. Ad esempio si parla sempre di prostituzione centrando il discorso sulle donne, sulla loro presunta scelta libera o non libera. Ma il grande assente dal discorso è il potere che le sfrutta, i nomi e cognomi dei grandi burattinieri che restano nell'ombra, e altrettanto i clienti, i cui comportamenti non sono mai messi in discussione. Le donne per questi signori si prostituiscono da sole per la gioia di farlo, non esistono sfruttatori, non esiste la responsabilità dei clienti; la violenza è un dettaglio, un fatto sporadico. Affaristi del sesso, trafficanti e papponi giungono a strumentalizzare gli stessi discorsi femministi sulla libertà di gestire il proprio corpo per confondere le acque e minimizzare le violenze commesse su donne in difficoltà, spesso giovanissime. Trovo che uno sguardo globale, anche sui paesi in cui il volto di questa mercificazione è più feroce e scoperto, ci possa aiutare a comprendere anche la realtà che viviamo in prima 
persona e a smascherare la vera ferocia del potere patriarcale che spesso si sottovaluta. Sono certa che il magnifico progetto della rete collettiva ci aiuterà anche in questo.. e concludo dicendo quanto apprezzo che il vostro manifesto sottolinei lucidamente a cosa serve davvero l’antagonismo creato ad arte fra i sessi.
Valentina

Di Lydia Cacho vi suggerisco anche l'autobiografico "Memorie di un'infamia".
Vi lascio inoltre due citazioni da un recente articolo spagnolo che mi ha colpito: 
"La cultura della ipersessualizzazione ha assorbito la storia e il linguaggio delle lotte femminili per il diritto a rivendicare i propri desideri e necessità sessuali, fino a convertirle in nulla più che oggetti per il divertimento di altri”.
"Trasformare la sessualità umana in un prodotto di consumo pone la donna in uno scaffale da supermercato, rinforza la divisione delle donne come oggetti e degli uomini come i compratori del prodotto".


3 commenti:

  1. Cara Valentina la tua battaglia è importantissima ed è di tutte noi: hai ragione ha dire che se ne parla ancora troppo poco! speriamo di aiutare, faremo tutto il possibile per aiutare a portarla all'attenzione di tutti. Non fermarti.. speriamo che al tuo blog se ne aggiungeranno molti altri. Intanto segnaliamo a tutti la battaglia delle Amiche di ABCD contro la tratta; visitate questo link: http://www.amichediabcd.org/
    :)

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