Care amiche,
vi scrivo per dirvi quanto anche per me (come per l’altro coraggioso intervenuto prima di me), il vostro progetto di rete collettiva sia stata una piacevole scoperta. Per questo ho deciso di dirne quello che penso: nel mio blog e qui da voi, se vorrete ospitarmi. Dico la verità, mi trovo sempre a disagio quando mi devo rapportare con le rivendicazioni femminili. Ma non certo per sciocco maschilismo, al contrario: provo lo stesso disagio ogni volta che un gruppo di esseri umani, anziché unirsi per un ideale comune, è costretto a farlo in nome della razza, del colore della loro pelle o della loro sessualità; e il mio disagio nasce dalla constatazione che questi gruppi sono stati o sono tuttora prevaricati.
Allora da uomo, di fronte al vostro progetto, che promette di valorizzare e connettere il pensiero femminile, per sostenere l'identità femminile e potenziarne l'azione nel mondo, non solo non mi scandalizzo, ma anzi: mi sento sollecitato a un serio esame di coscienza. Perché, essendo un uomo, sento anche in me la responsabilità per quello che il genere femminile ha dovuto subire in passato e che, anche se in forme diverse, continua a subire ancor oggi.
Sono d’accordo con le vostre riflessioni/manifesto quando dite che non devono abbagliare le conquiste recenti; compreso il fatto che negli ultimi anni alcune donne, specie in occidente, sono giunte ad occupare posti di potere. Basta leggere le pagine dei quotidiani per avere prova di quanto la realtà femminile sia ancora piena di soprusi, prevaricazioni, sfruttamento. Fenomeni di disparità che, a partire dal gruppo sociale più elementare (coppia, famiglia) arrivano, in moltissimi paesi, a ispirare le leggi di un'organizzazione sociale complessa come lo Stato. Inoltre se anche in paesi cosiddetti “civili” (come noi ci definiamo) si deve ricorrere all'escamotage delle "quote di genere" per garantire un minimo di rappresentanza femminile nelle istituzioni, si capisce quanto si è ancora lontani da una reale parità tra donne e uomini. Come dice del resto anche James Bond...:
Ecco perché, da uomo, vengo a dirvi che vi sostengo e che concordo sulla vostra analisi del rapporto fra i sessi. Come voi penso che comprendere bene cosa ha significato nei millenni questo rapporto, per la società e per la politica, potrà far comprendere anche a noi uomini quanto gli obiettivi delle donne dovrebbero essere, direttamente, anche i nostri.
Apprezzo la spregiudicata visione del vostro manifesto e l’invito a unirsi: per “disarmare l'autoritarismo e le dittature e garantire a tutta l'Umanità più prospettive e una vita migliore."
Dunque tanti auguri di buon lavoro a voi e a tutte le persone che si riconosceranno in questo progetto. Mi auguro che questa lotta possa diventare quella di tutti, per la libertà di tutti.
Grazie caro "Wiska", abbiamo visto dal tuo profilo che sei un militare e dato che i militari non sono famosi per essere particolarmente femministi - come del resto gli agenti segreti.. ancora di più ci fa piacere la tua posizione.
RispondiEliminaChe per giunta arriva sull'orlo dell'8 marzo, proprio nell'esatto anniversario in cui Craig ha girato quel bellissimo spot a sostegno dei diritti femminili!
:-)
Grazie a voi. Le generalizzazioni, come le divise tendono a massificare gli individui. Tuttavia il pensiero rimane libero e ognuno esprime o dovrebbe esprimere, se stesso.
Eliminabuon 8 marzo!