Premessa: ho esitato prima di inviarvi il mio parere, ma dato che avete in più punti espresso tolleranza e interesse per il punto di vista maschile mi sono deciso a scrivervi. E comincio col dire che incontrare questo progetto di rete nella rete è stata una eccellente sorpresa. Di più, è stato come sentire con gioia un organismo vivente che cerca la forma più profonda per la sua aggregazione, del suo movimento nel cuore della società. E il suo Manifesto (in particolare nella seconda parte, quella che parla del rapporto fra i sessi) mi ha suscitato il desiderio di comunicarvi questa mia gioia (maschile) con un piccolo contributo di testa e cuore. Ed ecco cosa penso:
La "cultura maschilista" ha migliaia di anni di pratica: e chi pratica affina anche la teoria. Chi conosce la storia dell'umanità - anche quella "di superficie" insegnata nelle scuole - sa che, in ogni epoca e parte della Terra, il potere non si esercita semplicemente per l'oggettivo tornaconto momentaneo, ma costruendo le strutture stesse della sua ininterrotta perpetuazione.
Questo, prima ancora che per le classi sociali, vale per i generi.
Di queste strutture - semplificando - si possono distinguere tre macrotipi:
1- l' economia, con una organizzazione del lavoro che privilegia una parte della società ai danni dell'altra e crea schiavitù sociale attraverso la dipendenza economica;
2- le regole, con l'imposizione di leggi, regolamenti, editti, anatemi, فتاوى e chi più ne ha più ne metta… non solo contro veri "delitti", ma anche contro comportamenti sociali e personali ritenuti pericolosi all'organizzazione dell'economia e della società;
3- l' ideologia, vera cornice del quadro e insieme la sua sostanza storica. Questa, strutturata a un livello più profondo (ormai quasi subliminale), offre una base diffusa di consenso a tutto il castello sociale e introietta nel pensiero comune i "valori" di una determinata società, emarginando chi si fa portatore di valori diversi, "pericolosi" per l'ordine sociale.
Perché il giochino funzioni è però necessario che i ruoli di controllo siano molto penetranti e diffusi. Non bastano tribunali e polizie, è necessario che i controllori dell'ordine sociale siano gli stessi che devono sottostare a questo ordine: cioè le sue stesse vittime (un po' come i kapò nei lager); ed è bene che questi siano dislocati in ogni quartiere, in ogni casa, in ogni scuola, in ogni circolo e chiesa... In una parola: chi ha il potere lo esercita soprattutto controllando in ogni dove la società, imponendole (ora con forza brutale e ora con la seduzione) strutture e regole che ne istituzionalizzano il "diritto".
La prima preoccupazione di chi governa il mondo sembra essere la vessazione delle donne; cosa che dovrebbe saltare all'occhio a ogni persona di buon senso.
Ma lo scopo? anche a me (mi riferisco qui, ancora, alle teorie nel Manifesto di questa rete) pare che il fine "tattico" sia di impadronirsi delle esistenze delle donne fino a ridurle in quella schiavitù che consente all'uomo di turno di sfogare sulla "propria" compagna la frustrazione per l'oppressione a cui egli stesso è sottoposto dal potere.
Moltissimi uomini fanno questo quotidianamente senza farsi troppe domande sull'origine di quello che finiscono per considerare (appunto) un "diritto", e così assecondano l'obiettivo strategico della conservazione dell'ordine sociale e del potere maschile dominante: che però non è solo contro le donne: ma contro qualunque ordine sociale ed umano "altro" e pericoloso.
Però ogni uomo che abbia nel cuore amore per l'umanità (in cui ogni nostra vita si specchia), o anche solo per sè stesso, dovrebbe avere chiaro che il miserabile potere che il potere vero gli assegna in quanto maschio (il "capofamiglia"!) è una pillola dorata di vergognosa gratificazione che nasconde una sorta di codificazione ad perpetuum del contrario stesso del potere: cioè - in realtà - del suo asservimento al potere che detta le regole.
A noi maschi dovrebbe dunque essere chiaro che assumere e riprodurre questo ruolo facendosi "padroni delle donne" significa proprio accettare di diventare degli schiavi!
E tutto questo, devo dire.. ho sempre pensato e prova ne sia che quasi un anno e mezzo fa ne avevo già scritto (quasi) esattamente negli stessi termini.. qui. Cos'è cambiato? niente. O meglio.. vediamo che le donne si svegliano ovunque nel mondo, ma il linguaggio che parla il potere resta lo stesso.
Perciò, ora come allora non posso che raccogliere l'appello e stare dalla parte delle donne massacrate nella società, sul lavoro e spesso nella loro stessa famiglia… (ricordate: economia, leggi, ideologia...). E qui, insieme agli uomini che la pensano come me, faccio appello anche alle donne: aiutateci a crescere vicino a voi. Il mio consiglio è di farlo anche contrastando la penetrazione dell'ideologia del potere tra di voi, con dolcezza ma anche con decisione.
Il potere maschilista che impone quel ruolo, offrendo briciole di gratificazione alle donne disponibili a farsi ancelle dei potenti (e traditrici della propria condizione di genere) senza puntare i piedi, non potrà niente se si ribelleranno insieme madri, amiche, padri, amici: donne e uomini insieme per diventare insieme liberi.
Naturalmente è superfluo dire che le donne che hanno massacrato di botte Asia Bibi e poi l'hanno consegnata al potere maschile perché "finisse il lavoro" non sono che la longa manus di quel maschile (negativo) che, dopo averle private dell'identità mascherandole alla luce del mondo, continua a detenere il potere e a sostenerlo con l'ideologia e il bastone.
Altrettanto superfluo dire che le donne cadute in questo terrificante tramaglio sono anch'esse vittime, perché è molto facile restarci imbrigliate e perché il potere ha a disposizione molti e variegati strumenti, tra cui spiccano la paura e la violenza.
Ma non è superfluo dire che prese di posizione decise da parte delle donne per "disarmare" quelle mani sarebbero utilissime anche agli uomini che vogliono contribuire all'affrancamento delle donne dalla schiavitù, ma anche al proprio.
Con voi vicine e solidali (e con ciò intendo al di fuori dall'inganno che mette fittiziamente donne contro uomini, come fosse una condanna divina), finalmente qualcosa di nuovo possiamo fare anche noi uomini. Per esempio "smarcandoci" da quelle struttura e sovrastruttura maschiliste del potere, per rimettere in circolo anche nel genere maschile energie che possano condurre a quella umanità libera in cui la distinzione di genere sia fonte non di conflitto, ma di reciproca curiosità e ricchezza.
Qualcosa, finalmente e concretamente, che aiuterà anche noi a liberarci, definitivamente - senza paura di ricadute - e in profondità, da un ruolo che anche a noi è stato imposto, per vivere davvero da esseri umani liberi.
Dicendovi grazie di cuore, mi annovero dunque volentieri fra gli uomini amici delle donne (e di questa vostra rete collettiva).
Marco Anneo Lucano
Ps - è evidente che (pur avendo scritto con i miei veri dati alla mail di questa rete), questo non è il mio nome anagrafico, solo quello di un blogger in disarmo da tempo; ma cosa importa? immagino sia importante sapere che è un pensiero veritiero e partecipativo, punto.
Era ciò di cui avevo bisogno da sempre.
RispondiEliminaQueste parole sono speranza per il futuro dell'umanità.
Margherita
Quando leggo parole come queste, scritte da un uomo, il mio cuore vola e penso che allora Yes we Can. Saperlo e scoprirlo vuole dire moltissimo per noi donne. E dunque grazie Marco. Per il cuore e per l'intelligenza. Stefania
RispondiEliminamolte grazie :)
RispondiEliminaNon solo il tuo post ci fa molto piacere, ma ci conforta che le stesse opinioni che sono il fulcro dei "presupposti filosofici" del nostro manifesto siano condivisi, così lucidamente, non solo anche da uomini.. ma addirittura da qualcuno che si è già preso in proprio la briga di esporre questi argomenti: era anche il periodo della battaglia contro la lapidazione di Sakineh.. tutti (più o meno) concordavano sul fatto che simili condanne (riservate anche agli uomini, ma nella quasi totalità eseguite su donne) fossero una cosa barbara, ma quel tuo vecchio post faceva molto di più che una dichiarazione di solidarietà, cercava invece di andare al cuore del problema in un modo che, chissà perché, non viene in mente mai a nessuno. Speriamo succeda un po' più spesso.. ciao!
Questi discorsi li facevamo tanti anni fa, durante gli anni d'oro del femminismo, volevamo crescere e liberarci tutti insieme, ma non mi sembra che sia successo. Le donne sono ancora alle prese con tanti problemi: mancanza di lavoro, welfare negato, violenza maschile, ecc. E gli uomini? Molto spesso ci hanno detto che gli uomini sono entrati in crisi per colpa nostra, delle donne che volevano liberarsi, e liberare gli uomini che stavano loro accanto. E a dire il vero, non mi sembra che gli uomini ci abbiano camminato accanto, ai primi bagliori degli anni '80, gli uomini hanno deriso i nostri discorsi, e ripreso il loro potere senza mettersi più in discussione. Anzi direi che si sono incattiviti, non voglio generalizzare, ma cosa ci ha portato a questi anni di 'Escort per tutti'? alle dichiarazioni tipo:'i transessuali sono le vere donne, perché sono dolci e comprensive'? E' un discorso aperto caro uomo 'amico'.
RispondiEliminaScusa la banalizzazione, ma non è facile, riassumere tanti anni di rapporti uomo-donna-potere.
bravo uomo AMICO (senza virgolette).
RispondiEliminaNoi che siamo per la pace ci tocca sempre correre a zigzag fra le pallottole che fischiano arrivando da tutti i lati, e infatti spesso si stramazza proprio a causa del fuoco "amico".
Sono d'accordo con te in tutto e per tutto; ma ... se la fabbrica del nemico non conosce crisi, è perché il prodotto ha molti acquirenti. Il trend magari comincia a scendere se, al di là di chiacchiere e recriminazioni, impariamo a distinguere chi è amico da chi non lo è - e TU lo è, per me :)))
anch'io concordo con i commenti di Margherita, Stefania, La rete e Superficaoca; e mi sento di ringraziare Marco per avere proposto questo pezzo, che non è il solito commento di superficie, né solo di "pancia", ma (proprio come lui stesso lo ha definito), un vero "contributo di testa e cuore" (e non tanto piccolo).
RispondiEliminaAlessandra scrive che "questi discorsi li facevamo tanti anni fa, durante gli anni d'oro del femminismo, volevamo crescere e liberarci tutti insieme", ma allora non tutte ricordiamo le stesse cose. Fra i maschi c'erano invece grandi resistenze, e fra le donne .. (giustamente!!) non parliamone... basta rispolverare il Manifesto di Rivolta femminile del 1970 .. che si concludeva esattamente con la frase: "Comunichiamo solo con donne." (punto e BASTA, ndr). http://www.donneconoscenzastorica.it/testi/percorso_900/lonzi.htm
bellissimo documento!! pieno di intelligenza e e necessario: a quell'epoca. Ma per fortuna i decenni non passano invano: il MANIFESTO di QUESTA rete, è pur sempre un manifesto decisamente FEMMINISTA; ma nello sforzo di capirci qualcosa di più, qualcosa di più si sta capendo: e la PRIMA cosa da capire, quando si combattono importanti battaglie, è da che parte sta il NEMICO... quello vero.
Le donne che pensano ancora attuale prendersela con il "maschile" in quanto (almeno un po'!) intrinsecamente "colpevole", fanno lo stesso errore dei maschi che, alla parola "femminismo", annettono il timore di PERDERE qualcosa: la sola verità che farà fare a tutti il passo avanti decisivo sta nel SUPERARE questo inganno e cercare unione contro le forze a cui l'antagonismo sessuale fa da cane da guardia.
in tutto ciò non c'è niente di "vecchio" o superato: al contrario: anche questo iniziare a pensarci seriamente, a parlarne DAVVERO consapevolmente, è un'altra vera, grande NOVITA' a cui ci sta portando l'iniziativa di questa rete.
inutile dilungarsi.. ha detto già tutto Donneebasta; io aggiungo quel che ho già detto altrove: il MANIFESTO di questa rete è la prima cosa nuova e la più seria che sento dire sulla condizione femminile in rapporto all'intera società, e lo dice in relazione al RAPPORTO FRA I SESSI, e dunque è rivolto anche agli uomini.. bene ha fatto Marco L. a intervenire; baci ! bzbzbzbzzz
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