UNA RIFLESSIONE FILOSOFICA IN 5 PUNTI
Questo documento propone alcune considerazioni, sotto forma di una sorta di presupposti filosofici di base, che portano alla conclusione di quanto sia importante estendere il più possibile una rete delle connessioni femminili: per le donne e per tutta l’umanità. Non si tratta, evidentemente, di un Manifesto a cui "aderire”; e tanto meno di asserzioni che si contrappongono in qualche modo alle articolate teorie della lunga storia del femminismo. Ma su queste idee si sono trovate d’accordo le donne che hanno avviato l’iniziativa di proporre il progetto di una rete delle reti. Per questo sono state espresse nelle linee essenziali durante la riunione del 28 gennaio, e vengono qui condivise per esteso come spunti di riflessione per tutti.
1. Come le donne sono usate contro il bene comune e perché
• Il primo tema su cui poniamo l’attenzione, in rapporto al progetto di un vero progresso, è che le donne sono usate da sempre come arma di massa contro il bene comune.
• E’ un fatto ovvio ma (fatto salvo Engels), sistematicamente trascurato anche dai più sinceri “amici delle donne” e dalle donne stesse. Anzi molti lo vedono come un argomento bizzarro. Ma perché?
• La ragione di questo deve stare in una profondissima rimozione, in gran parte inconscia; che però obbedisce alle esigenze di chi ha ottime ragioni per non volere che se ne parli.
• Lo proponiamo come qualcosa su cui dobbiamo smettere di sorvolare, in quanto ci sembra avere un diretto rapporto con il progetto di un vero riscatto femminile, e planetario. Qualcosa su cui riflettere spregiudicatamente e onestamente, a partire dal mondo che ci circonda.
• Com’è logico, le grandi lobby di potere (politico ed economico) sono divise da forti rivalità. Ma guardando le cose dall’alto si osserva che, al di là di ogni contrasto, una collaborazione trasversale riunisce sempre i grandi contendenti in tregue e accordi di interesse reciproco. Si tratta di patti, spesso contro gli interessi delle popolazioni, il cui successo si fonda su una trasversalità capace di mettere sempre in primo piano il profitto e le reti di corruttela che lo sostengono.
Rivalità > Le rivalità fra questi gruppi trasversali si esprimono in rapporti tesi, o aperti conflitti (fra governi, figure politiche, imperi commerciali ed economici ecc); inoltre nelle contrapposizioni fra ideologie o religioni, e in vere e proprie guerre.
Tregue > Le tregue si esprimono al livello del business che (proprio attraverso catastrofi, epidemie, abusi, traffici illegali, saccheggi e guerre), porta alla spartizione di immensi profitti.
• Il cosiddetto “bene comune” è ovunque la promessa della politica e l’impegno assunto da tutti i Governi; ma come mai questa promessa è (quasi) immancabilmente tradita? Come mai il bene dei popoli e la salute stessa del pianeta sono valori universalmente calpestati?
• L’evidenza dice che tutto questo non è frutto (solo) di incapacità o di fallimenti. E’ piuttosto intrinseco a strategie economiche e di potere che:
1. da un lato, privatizzano (a vantaggio di pochi) privilegi e profitti;
2. dall’altro socializzano le perdite e le catastrofi (a danno di tutti).
Non c'è bisogno di ricorrere a "teorie dei complotti". Il meccanismo del business privato ai danni della comunità affligge il mondo da sempre. Insieme all'ingiustizia sociale che si fonda su oligarchie, sistemi iniqui, affari sporchi, poteri mafiosi, informazione non veritiera, propagande e dittature.
1. da un lato, privatizzano (a vantaggio di pochi) privilegi e profitti;
2. dall’altro socializzano le perdite e le catastrofi (a danno di tutti).
Non c'è bisogno di ricorrere a "teorie dei complotti". Il meccanismo del business privato ai danni della comunità affligge il mondo da sempre. Insieme all'ingiustizia sociale che si fonda su oligarchie, sistemi iniqui, affari sporchi, poteri mafiosi, informazione non veritiera, propagande e dittature.
• In questo quadro, il “bene della comunità” è un pericoloso intralcio. Perché? Perché è sinonimo di trasparenza, partecipazione sociale, democrazia, equità. Dunque si frappone diametralmente a questo consolidato sistema e al successo dei suoi affari.
• E lo strumento che più sostiene tutto ciò è, ovunque e da sempre, l’antagonismo fra i sessi.
• Partiamo da un dato acquisito. Noi sappiamo bene che:
> sul piano culturale, l’antagonismo fra uomo e donna attraversa a memoria d’uomo quasi tutte le società, eternamente alimentato dalla misoginia.
«Una gli dèi fecero dalla terra, e la diedero all’uomo: minorata, non ha idee né di bene né di male. Una cosa la sa: mangiare. E basta. Se Dio manda un dannato inverno, trema di freddo ma lo sgabello al fuoco non accosta. Il più grande male che Dio fece è questo: le donne. A qualcosa par che servano, ma per chi le possiede sono un guaio» (Simonide, IV sec. A.C.).
> la misoginia viene nutrita da retaggi tramandati ma anche da una vera istigazione occulta e costante all’oltraggio del femminile, al disprezzo più o meno velato, oppure alla paura e alla diffidenza verso le donne. Questo, a sua volta, crea rancore femminile contro il “maschile”;
> sul piano pratico, poi, il conflitto fra i sessi viene efficacemente sostenuto da 3 fenomeni sociali estremamente diffusi, che non solo perdurano statisticamente anche dove sono illegali e culturalmente rinnegati, ma sono ancora imposti per legge o per cultura in gran parte del pianeta:
1. la negazione dei diritti femminili
2. l’esclusione delle donne dalle posizioni decisionali
3. la violenza di genere nelle sue infinite forme.
Ma tutto questo non è casuale.
Non è ineluttabile.
Non è un’innata disposizione dell’anima umana.
• Il sessismo (con la violenza sessista che ne deriva) non è un fatto privato e tanto meno istintivo. E’ invece una distorsione attentamente fomentata in quanto è, da sempre, la più potente arma che esista contro la Democrazia.
• Lo strumento con cui i Governi tengono a bada la parte maschile dei popoli è infatti la supremazia sessuale offerta al maschio dalle società patriarcali. Alla metà maschile della popolazione viene da sempre gettata in pasto una contropartita: noi, le donne.
«Possediamo le cortigiane per il piacere, le serve per le cure quotidiane, le mogli per darci figli legittimi ed essere le custodi fedeli delle nostre case». (Pseudo-Demostene, IV sec. A.C.)
• Cos'è in tutta la storia nota dell'umanità, il genere femminile? una sotto-umanità su cui ogni uomo è invitato a essere sovrano, ai più diversi livelli, per non essere efficace come oppositore. Padrone in casa propria.
• Pensiamo solo all’uso storico del termine “capofamiglia”. A casa sua ogni uomo, anche il più miserabile, sia Re. Che tentazione irresistibile.. E se ottiene questo regno privato, che gli importa della democrazia? che gli importa di dove va il mondo, verso che burroni sta precipitando?
• Non facciamoci distrarre dalle conquiste che, solo negli ultimi decenni, in molti Paesi hanno intaccato questo modello millenario, conducendo a recenti parità legislative.
• Non sottovalutiamo il potere di questo schema mentale incoraggiato in mille modi e profondamente radicato anche a livello inconscio.
• Guardiamo la visione di insieme tenendo ben ferma l’attenzione su questo punto: perché ogni sforzo, ogni progresso, fuori da quel quadro più ampio, sarà sempre frenato, soggetto a una grave dispersione e fatalmente destinato a regredire.
2 • La parità di genere è un interesse primario anche maschile
• Solo comprendere la centralità del rapporto fra i sessi in questo vero significato può chiarire come le donne siano state usate, storicamente, per consolidare il potere di pochi contro il bene di tutti.
• Accettando questo aspetto, si prende atto che solo una vera parità può disarmare l’autoritarismo e le dittature, garantendo anche agli uomini più prospettive e una vita migliore. Solo l’attenta considerazione di questa verità chiarisce quanto i nostri obiettivi siano, direttamente, nello stesso interesse degli uomini. Ma è importante per tutti, uomini e donne, capire quanto la parità, il progresso della condizione femminile, l’amicizia e il rispetto fra i sessi, e l’eliminazione di ogni discriminazione sessuale, siano condizioni obbligate per la liberazione di tutti.
• La capacità di essere “trasversali” diviene dunque qualcosa che mette in primo piano la solidarietà di genere, ma anche la capacità di accogliere e valorizzare il lavoro dei tanti uomini che sanno realmente sostenere le donne in una visione egualitaria.
• Da parte delle donne, trasversalità è anche comprendere tutto quanto sopra e dunque aderire a un progetto:
1. contro ogni sessismo
2. per la valorizzazione femminile e i diritti delle donne
sapendo che farlo è per noi donne, certo; ma è anche per il bene di tutti.
3. La costruzione del cervello collettivo tramite internet
• Abbiamo detto che creare una “rete delle reti” darebbe impulso allo sviluppo del “cervello collettivo” del pensiero femminile.
• Cosa intendiamo con “cervello collettivo”? L’ambizioso scopo di una simile connessione si può paragonare ai progressi (culturali e neuronali) che un qualunque cervello umano ottiene:
1. applicandosi all’introspezione di sè e all’osservazione del mondo esterno,
2. sviluppando relazioni e facendo esperienze,
3. studiando, maturando competenze, elaborando una visione del mondo,
4. esercitando la propria memoria,
5. analizzando problemi e cercando soluzioni, in qualunque ambito.
• L’attivazione di queste funzioni attiva le connessioni neuronali che consentono di agire tramite il pensiero e i movimenti. E’ l’espansione esponenziale di tali connessioni, e della loro rete, che esprime e aumenta l’efficienza di qualunque cervello.
• Tanto più queste attività si sviluppano in relazione con gli altri e con il mondo, e tanto più si attivano anche i “neuroni specchio” all’origine dell’empatia: cioè della capacità di essere solidali e di cercare soluzioni per il bene comune.
• A livello globale non è diverso: sappiamo ormai che l’umanità intera è un solo organismo, dotato di un inconscio collettivo. Un’entità che dovrebbe prendere coscienza della propria unità e comportarsi come tale. Ma inoltre, grazie alla disponibilità di internet, oggi essa dispone anche di un vero e proprio cervello globale, artificiale, in via di formazione e in rapida crescita.
• A questo cervello artificiale si applica il medesimo processo descritto per il cervello umano.
• In questo cervello collettivo ciascuno di noi è un neurone, che può restare attivo o passivo. Compreso tutto questo, risulta chiaro che il carattere che assumerà questo organismo di pensiero dipende dal contributo di ciascuno di noi. Dunque dipendono da ciascuno di noi le direzioni che prenderà il nostro Pianeta.
4. Sviluppare consapevolmente il cervello collettivo delle donne
• Come lo è l’umanità nel suo complesso, anche ogni grande categoria umana si può considerare una sorta di “organismo a sé” che interagendo su internet crea un proprio cervello collettivo che, nel cervello più ampio dell’intera umanità, influenza lo sviluppo dell’insieme.
• A questo processo, noi riteniamo di vitale importanza che il genere femminile dia il proprio contributo più intenso. Per questo crediamo necessario creare (anche) una “rete delle reti” che, collegando ancora di più tutte le donne, possa rendere più efficaci gli sforzi di ciascuna.
• Una rete orizzontale, naturalmente; da quando in qua le reti sono fatte a piramide? Il più possibile elastica, flessibile, ondivaga, creativa: come lo è ogni forma di pensiero.
• Un cervello pensante, in cui ognuna di noi è un prezioso neurone.
• Ma al quale partecipa anche ogni uomo orientato a riequilibrare il rapporto fra i sessi. Il “femminino”, infatti, lungi dall’essere una prerogativa esclusivamente femminile, è presente e attivo in diversa misura anche in ogni persona di sesso maschile. Così come è vero il contrario.
5. Unione, trasversalità, bene comune
• La nostra è evidentemente un’alleanza di genere, che respinge il maschilismo. Questo non vuole dire opporsi al genere maschile. Una simile alleanza fa appello alle risorse del genere femminile per dare il proprio apporto di cambiamento all’evoluzione positiva dell’umanità nel suo insieme.
• Il cambiamento che vogliamo deve riguardare noi, le donne. Deve migliorare la nostra condizione nel mondo, e la relazione stessa che ciascuna di noi ha col proprio femminile, e dunque anche con l’altro sesso. Tuttavia è nostra assoluta certezza che questo progresso implichi, in modo diretto e immediato, anche un miglioramento per il mondo e per l’intera umanità.
• Per questo riteniamo urgente chiarire che i diritti delle donne sostengono concretamente:
> la DEMOCRAZIA contro le dittature,
> la PACE contro le guerre,
> la SOSTENIBILITA’ contro la distruzione ambientale.
• Per ottenere questi obiettivi vediamo come centrali il tema della trasversalità come ricchezza, e quello dell’etica che deve stare alla base delle nostre azioni.
• Le donne sono la metà dell’intera umanità, esseri di tutte le tipologie, condizioni e convinzioni. Un movimento “delle donne” dunque è trasversale per definizione. Questo fatto può essere visto come un ostacolo alla solidarietà di genere stessa, oppure come l’arma più preziosa.
• Noi riteniamo appunto che un vero successo si potrà fondare proprio su una trasversalità di genere e internazionalista, capace di mettere sempre in primo piano i diritti delle donne, come diritti umani e come parte dell’interesse comune, sempre nel quadro più ampio del rispetto del pianeta.
• Ma perché questo avvenga è necessario superare la mentalità delle etichette, il preistorico ricorso a categorie svuotate, l’abuso acritico di termini come “destra” e “sinistra”. Molti fra questi concetti sono ormai come trappole: blocchi mentali. Basta: servono nuovi riferimenti e strumenti.
• Non pensiamo possano sparire gli schieramenti. Ma siamo determinate a cercare spartiacque diversi, ben più pregnanti di schemi e ideologie ormai decomposti. Qualcosa che metta in primo piano la comprensione che:
> l’umanità è un solo organismo
> ogni soluzione specifica va studiata nel quadro più ampio del bene ambientale e di tutti.
• Non tutte le donne la pensano allo stesso modo; ma guardiamo con fiducia a quella maggioranza di donne a cui sta a cuore il bene comune; quelle che anche per questo si battono seriamente per i propri diritti. Con questa filosofia, nel rispetto delle diverse visioni, pensiamo che una rete efficace debba comprendere, e cercare di valorizzare, tutte e i contributi di tutte.
• Restano categoricamente escluse le false proposte: quelle che sotto l’etichetta di “donne” possono celare presupposti autoritaristici e misogini (2 cose che, ricordiamolo: vanno sempre insieme).
A tutte le donne per una Rete delle reti
28 gennaio 2012
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