lunedì 6 agosto 2012

Femme de rue: quando ogni donna è "cagna" e "puttana"

AVVERTENZA: il video che avevamo postato qui è stato bruscamente fatto rimuovere, nonostante fosse montato utilizzando clip già diffuse in rete in video informativi. Non ci risulta sia più reperibile da nessuna parte; ci risulta però che la sua giovane autrice sia stata oggetto di pesanti minacce, capiamo dunque quello che può essere successo. Possiamo solo dire che la situazione documentata nel video, di molestie continue e pesanti a una donna che si limita a camminare per strada, è oggettivamente, vergognosamente inaccettabile, Ancora più inaccettabili i numerosi commenti al video che accusavano la ragazza di "cercarsela", come del resto tutte le donne che, se non si nascondono in casa, "evidentemente vogliono eccitare". 
Cagna. Puttana. Sporca troia. Seguita da un amico con una telecamera nascosta, Sofie Peeters ha documentato l’incredibile numero di molestie aggressive ricevute nell’arco di una sola giornata, girando nel quartiere di Anneessens (nel centro di Bruxelles) abitato in maggioranza da stranieri di provenienza araba. Ha poi intervistato altre donne (bianche e nere, occidentali e arabe), e uomini maghrebini. Qui il video in italiano; sotto le considerazioni di “Osez le femminisme!”, in un’intervista alla loro portavoce Magali Hass, e le nostre.
E... ah si, e vi mostriamo anche il video  di risposta di "Osez le femminisme!"

INTERVISTA A MAGALI HASS DI "OSEZ LE FEMMINISME!":
D. Magali Hass, qual è stata la tua reazione a questo video?
R. Non sono certo rimasta sorpresa da quel che vi si vede. Quei commenti sono della stessa risma di quelli di cui abbiamo già testimoniato sul nostro blog dedicato appunto a denunciare il sessismo: le molestie in strada sono parte della vita di molte donne. Sono una forma di sessismo. E dal momento in cui c’è offesa, c’è violenza. Il fenomeno della ripetizione è particolarmente doloroso.
D. Sei sorpresa per il numero di reazioni?
R. Non più. Queste immagini fanno appello a una certa libertà di parola ed è normale, nel senso che si tratta di un fenomeno universale, che richiama le esperienze di molte donne in Francia, ma anche in molti paesi del mondo in cui ingiurie e sessismo sono parte della vita quotidiana. Il film "Bus 678" uscito di recente, fa ad esempio il caso dell’Egitto (qui la VERSIONE ORIGINALE INTEGRALE, in arabo, ma è possibile attivare i sottotitoli in inglese - ndr). Ma la strada non è l'unico luogo pubblico dove il sessismo colpisce. Non ho potuto evitare, vedendo questo video, di collegarlo ai fischi contro Cécile Duflot, all'Assemblea Nazionale, solo perché indossava un vestito.
D. Questo video fa parlare di sé proprio mentre il Parlamento adotta il testo sulle molestie sessuali.
R. Infatti, e anche se è una coincidenza, non possiamo fare a meno di pensarci. Le molestie e il sessismo vanno oltre le classi sociali e non hanno confini geografici o sociologici. Tutte le sfere sono interessate. I meccanismi di controllo sui corpi delle donne, legati alla loro sessualità, sono molto forti. Gli atti sul posto di lavoro sono una forma, quelli sulla strada un altra. In particolare, abbiamo ricevuto testimonianze di donne che denunciano di essere trattate da "puttane", o qualsiasi altra cosa, se indossano una gonna. Altre dicono che non la portano più quando vanno in metropolitana. Il tema dell’abbigliamento ricorre molto spesso.
D. Dato che il filmato è stato girato in un quartiere con molti nordafricani, c’è chi ha tacciato la regista di razzismo. Che ne pensi?  
R. Prima di tutto lei ha voluto esprimere un’esaperazione quotidiana, e un comportamento misconosciuto in quanto molto spesso minimizzato, come lo è la maggior parte delle violenze contro le donne. Molestie e sessismo non sono prerogativa di un quartiere in particolare, e i vari scandali recenti, incluso il caso di DSK, dimostrano ancora una volta che la violenza contro le donne non si limita a nessuna categoria sociale.
D. Tra le molte reazioni sui social network, molte donne mostrano lo stessa esasperazione, mentre altri, specialmente gli uomini, mettono in dubbio la portata del fenomeno.
R. Nulla di sorprendente, di nuovo. Si ritorna alla minimizzazione della violenza contro le donne, e al confine estremamente labile, per alcuni, fra seduzione e violenza. Noi partiamo dal presupposto che per rimanere nell’ambito dei complimenti e della seduzione, ci deve essere reciprocità. E’ questo che rende facile distinguere tra complimenti e molestie. Se una persona dice “no” o non risponde, e l’altra insiste inizia la molestia. Non mi sorprende particolarmente che alcune persone lo scoprano adesso, o pensino che il problema non sia così importante: perché la parola della donna è sempre affiancata da forme di diffidenza, sospetto o senso di colpa, che si ritrovano invariabilmente nel modo in cui vengono affrontate le violenze di genere. Tutte queste reazioni, grazie anche a Twitter, sono comunque molto interessanti, in quanto offrono alta visibilità ad un fenomeno sociale sottovalutato.

SUL DOCUMENTARIO:
Nel video, un ragazzo maghrebino intervistato spiega che l'eccesso di proibizioni moralistiche, nutrito solo di tabù, in assenza di una consapevolezza e di una scelta, rende gli uomini sessualmente aggressivi e pericolosi; e il tutto è aggravato dall'eccesso di immagini sessiste che da tutti i muri  stimolano alla sessualità suggerendo l'idea di una donna oggetto. Ammette inoltre di aver avuto lui stesso questa mentalità e questi comportamenti, quando era più giovane, sottolineando come è difficile uscirne. Queste molestie sessuali per la strada, volgari e violente, esprimono una misoginia esplicita nutrita, da un lato dal maschilismo persistente importato dai paesi arabi, dall'altro, dal sessismo della società occidentale, che sfrutta l'immagine della donna come oggetto sessuale. E colpiscono le donne soprattutto in zone (come il quartiere Anneessens, nel centro di Bruxelles) abitate in maggioranza da «alloctoni»: cioè stranieri, ma soprattutto di provenienza araba. Quartieri dunque in cui si proclama il "rispetto per le donne", invocandolo addirittura come motivazione alle pesanti regole di abbigliamento che incombono sul genere femminile. La regista Sofie Peeters, che avendo sempre sostenuto l'idea di una società multietnica è rimasta a maggior ragione scioccata, spiega: «Non lo dico volentieri ma questo tipo di molestie esplicite viene da loro nel 95% dei casi. Ma non ho certo inteso girare un documentario razzista, la questione non è etnica ma sociale: la gran parte degli insulti vengono dagli immigrati anche perché sono la parte più povera e in difficoltà. D’altro canto noi donne siamo tormentate ogni giorno, e non so se sia giusto arrendersi e farci l'abitudine». Il trauma ha spinto Sofie (come tante altre) a traslocare, anzi addirittura ad abbandonare Bruxelles. La sua denuncia ha fatto emergere numerose testimonianze di abusi. E infine ha scatenato l'aggressivo gruppo integralista musulmano «Sharia4Belgium» che su YouTube la chiama «prostituta» (non bastavano le centinaia che glielo hanno detto per strada) e dicendo che «se va in giro mezza nuda con la faccia truccata lo fa per eccitare. E di che si lamenta?». E in questo i fautori della sharia sono in piena sintonia con i deputati della destra: è esattamente lo stesso schema mentale che fa dire a Patrick Balkany, della ministra Cécile Duflot (peraltro normalissimamente vestita con un castigato vestito a fiori): «Se si concia così è per essere guardata più che ascoltata».
Il sessismo è sessismo e basta: un'arma dei violenti e degli autoritari, un'arma spietata e pericolosa che non ha scusanti né attenuanti da qualunque parte provenga. Bene hanno fatto le donne di "Osez le femminisme!" a incoraggiare questo videodocumento dicendo che ha fatto "cadere un tabù". ...e ad aggiungere:

E SE I RUOLI FOSSERO INVERTITI?


VieDeMeuf : Les Relous di osezlefeminisme

UNA LEGGE ANTIMOLESTIE:
La denuncia di “Femme de rue” arriva in sincrono con un’importante iniziativa legislativa: dal primo settembre in Belgio le molestie per strada saranno perseguite con una multa. "Sarà difficile applicare questa legge", dice il vicesindaco di Bruxelles Philippe Close, "ma è necessario cominciare con  l'affermare un principio".  

21 commenti:

  1. Da bambina, quando ho scoperto cosa accadeva durante l'atto sessuale, sono rimasta sconvolta, convinta del fatto che fosse un sopruso subito dalle donne per il piacere degli uomini. Soffrivo per mia madre che doveva sottostare a questa legge. Evidentemente questa visione è nata dalla distorsione dei miei occhi di bambina lasciata un po' sola a se stessa, unita al rapporto ambivalente dei miei genitori, alla fredda chiusura di mia madre e alle leggi della cultura che, piano piano, mi si stringevano intorno.
    Sono arrivata a 14 anni trincerata in questi pensieri e quando un uomo adulto ha fatto di me ciò che ha voluto io ho pensato di meritarmelo, che fosse giusto e normale così, che prima o poi in quello schifo, in quell’orrore e in quella paura ci sarei dovuta passare.
    La mia vita poi è stata vomito e sangue, è stata una lotta per cercare di far combaciare l’essere e l’apparire, il fuori con il dentro.
    In quel fuori c’erano anche gli uomini.
    Quando per strada puntualmente degli esemplari di essere umano maschio si sentivano liberi di esprimere i loro pareri, spesso in modo volgare, io credevo di essere strana, anormale perché pensavo che quei commenti fossero normali, che in certi casi avrebbero dovuto farmi piacere ed invece mi sentivo solo morire.
    Oggi so che questi uomini non hanno nessun diritto di agire così, purtroppo però quando succede sento ancora una stretta allo stomaco e la sensazione che tutti abbiano occhi giudicanti puntati su di me. Non sopporto sentirmi oggetto sessuale, mi sento mortificata, in quel momento vorrei che il mio corpo non avesse forme e non avesse sesso. Trattengo il respiro finchè non sono al sicuro ovvero lontana dagli occhi di tutti.
    Prima la reazione sistematica era correre a casa, mangiarmi tutto ciò che mi capitava tra le mani e vomitare ferocemente tutto. O a volte anche ferirmi.
    Ora riesco a rimanere più centrata, riesco a non diventare le mie emozioni: le guardo, le ascolto, soffro, magari piango, magari a volte evito di uscire o cammino per strada velocemente, guardando per terra e cercando percorsi poco battuti. Ancora i commenti insistenti degli uomini non mi lasciano indifferente (per fortuna!) ma sto imparando a difendere ciò che io sono.
    Anche nella mia esperienza sono spesso gli stranieri ad essere insistenti ma concordo pienamente sul fatto che non sia una questione razziale ma della condizione di privazione e di tabù culturali in cui versano. E il ragazzo intervistato ha pienamente ragione quando parla della contrapposizione tra i tabù imposti e i bombardamenti mediatici di donne svestite e profondamente svilite.
    Sono cinque anni che non guardo la televisione perché ero arrivata ad avere l’orticaria nel vedere il modo in cui IO ero raffigurata. Ma certo spegnere la tv non basta. Siamo condotti per mano verso la follia.
    Per fortuna ci si può liberare da quella stretta.
    Io sono convinta che il modo migliore per cambiare le cose sia lavorare e cambiare me stessa. Ed è vero che ogni volta che cambio il modo di agire e reagire cambia lo scenario intorno a me.
    Anche se per alcune situazioni sono necessari interventi più invasivi ed etero diretti.
    Però non siamo in trappola.

    -Ho parlato a ruota libera- :)

    Comunque questo video mi piace moltissimo e vi ringrazio per averlo condiviso: nonostante il finale triste regala forza attraverso la condivisione, attraverso la verità.

    “Le semplici parole sono sufficienti a lasciare un segno nelle persone”

    Un abbraccio
    Chiara

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie tantissimo Chiara.
      :)
      In tante passiamo per i blog, leggiamo post, facciamo le nostre considerazioni tra noi.. in silenzio, sparendo nel nulla. Ma a volte troviamo (e lasciamo) parole preziose - come le tue - che poi sono utili a tutte. E ogni volta ci ricordiamo come la salvezza delle donne sia sempre stata nella parola e, nel parlarsi, nel sapersi tendere l'un l'altra quel filo invisibile capace di affermare parti negate del nostro sè, e anche di tessere il nostro essere collettivo.

      Elimina
  2. hanno cancellato il video!!!!! che peccato, era l'unico che avevo trovato completo e per giunta con i sottotitoli

    RispondiElimina
  3. SCIENZA dello SPIRITO - AMORE INCONDIZIONATO "Generi" di sesso Femminile = 1-Donne - 2-Vacche - 3-Latrine https://amoregiustiziaverita.blogspot.it/2016/10/scienza-dello-spirito-amore.html

    RispondiElimina