Per un progetto di Rete delle Reti (intervento in 2 parti) di Paola Mazzei, di Archeologhe che (r)esistono
PARTE PRIMA
La proposta di creare uno spazio virtuale interrelato in cui tutte le donne possano incontrarsi, conoscersi, discutere, nasce dalla constatazione di una necessità: quella che le donne consapevoli, e interessate alla relazione con le altre donne consapevoli, abbiano la possibilità materiale di parlarsi e di confrontarsi e, prima ancora, abbiano la possibilità di conoscersi, e di riconoscersi, in tutte le loro diverse identità e in tutte le loro rispettive differenze. Questa proposta non nasce dal nulla, dunque, ma è debitrice di tutto ciò che è stato fatto finora dalle donne nel campo della comunicazione interattiva nel web, e nel campo delle iniziative che da questa interrelazione sono nate e si sono sviluppate.
Da qualche anno a questa parte, lo spazio virtuale è stata la scena pubblica su cui si sono manifestate ed hanno operato tante donne: singole blogger, siti collettivi, creatrici di spazi che sono stati, e sono, espressioni di singole individualità, oppure espressione di gruppi più o meno ampi, e più o meno corrispondenti a realtà aggregative ed operative presenti anche sul piano materiale.
In questo spazio virtuale, le donne che si sono affacciate, ed hanno operato, sono state le portavoce di nuove istanze, che si esprimevano con un medium altrettanto nuovo; ma non soltanto, poiché con questo nuovo mezzo hanno cominciato ad esprimersi anche tutte le donne che si riconoscevano in piccole o grandi associazioni già protagoniste di una storia nel mondo non virtuale. Da qualche anno a questa parte, lo spazio virtuale è stata la scena pubblica su cui si sono manifestate ed hanno operato tante donne: singole blogger, siti collettivi, creatrici di spazi che sono stati, e sono, espressioni di singole individualità, oppure espressione di gruppi più o meno ampi, e più o meno corrispondenti a realtà aggregative ed operative presenti anche sul piano materiale.
Questi fermenti femministi in rete o, se vogliamo, nuovi fermenti di consapevolezza in rete, hanno fornito la tessitura da cui ha preso forza partecipativa la manifestazione del 13 febbraio 2011, convocata sotto la neonata etichetta di Senoraquando, il cui grande successo non si deve soltanto al coraggio di un'iniziativa che prendeva di petto il momento politico contingente, e al sostegno di alcuni grandi comunicatori di massa ma, si deve anche, proprio a quel tessuto di donne consapevoli già presenti e operanti. Ricordare come la manifestazione del 13 febbraio sia stata preceduta da un'accesa discussione tra i vari gruppi, associazioni e singole, e ricordare i distinguo con i quali tante donne hanno comunque partecipato a quella giornata, ciascuna con le proprie istanze e le proprie parole, deve far pensare ancora oggi che soltanto dalla discussione, e magari dallo scontro, di opinioni e di posizioni, anche irriducibilmente contrastanti, può nascere una partecipazione collettiva ad un obiettivo comune.
Ma non siamo ancora alla fase degli obiettivi: in questo momento è necessario che ricominciamo a conoscerci, e a riconoscerci, come interlocutrici, e a parlarci... sia pure per litigare, e di questo non dobbiamo avere paura.
Uno spazio virtuale, che si configuri come una piattaforma aperta a tutte coloro che vorrano usufruirne, ci sembra lo strumento migliore per ottenere questo scopo: l'idea non è originale, con il titolo "Facciamo rete. Una piattaforma per tutte", Francesca Sanzo e Giorgia Vezzoli hanno presentato un progetto al Feminist Blog Camp di Torino il 29 ottobre 2011.
Assomiglia a qualcosa che proponiamo, e che immaginiamo come una grande piattaforma aperta a tutte le donne, in cui ciascun gruppo, sito, blog, associazione, si possa affacciare con il proprio link ed il proprio autonomo spazio.
E una piattaforma attraverso la quale sia possibile comunicare per conoscersi, discutere, individuare temi trasversali: e cioè temi che possano raccogliere l'interesse trasversale dell'una o dell'altra delle diverse donne, che nell' uno o nell'altro dei diversi autonomi link si riconoscano; temi, quindi, che possano trovare sviluppo in spazi tematici virtuali.
Ma questa è già una seconda tappa: e una volta individuati i temi su cui discutere e produrre elaborazioni, cioè una volta realizzata un'articolazione tematica della piattaforma, allora sarà possibile definire gli obiettivi, e confrontarsi sui metodi e sugli strumenti per conseguire tali obiettivi. A questo punto sarebbe utile che le aggregazioni tematiche relizzatesi nello spazio virtuale si rispecchiassero in realtà territoriali: tutte le donne che in un'area più o meno estesa fossero interessate ad un tema dovrebbero potersi incontrare anche nella realtà materiale.
Se questo progetto riuscissimo a realizzarlo, esso costituirebbe un buon punto a favore per ricominciare a parlare di movimento delle donne come qualcosa che superi la nostra attuale configurazione, che è fatta di tante differenti consapevolezze, sia pure radicate ed attive, ma che non quaglia nella realtà visibile al livello dell'evidenza politica e, purtroppo neppure nella realtà di una consapevolezza diffusa tra la maggioranza delle donne.
Un sistema aperto, una piattaforma fatta di tanti nodi, fluida e "circolare", che lascia a tutte libertà di esserci o di ritirarsi, e di esserci nel modo in cui ciascuna intende presentarsi ed affermare la propria identità, fatti salvi, ovviamente, i principi fondamentali cui tutte noi ci ispiriamo: democrazia, antiautoritarismo, antirazzismo; mi sembra altresì ridondante aggiungere antisessismo, antiomofobia, antifascismo, ma facciamolo per non lasciare niente di implicito, perché la nostra è una prospettiva di genere e, in quanto tale, consapevole, e la consapevolezza non è neutrale di fronte ai principi oggi ritenuti universali, anzi li guarda da un nuovo più sostanziale punto di vista.
Passando dall'obiettivo generale agli obiettivi specifici, in relazione al progetto-web di Sanzo e Vezzoli (che sarà/che è stato) illustrato da Stefania Barzini • E' importante ricordare che:
* il progetto si è arenato di fronte alla proposta di una redazione, sia pure articolata: tutte accogliamo l'idea dell'aggregatore, e dell'intranet, ma l'idea di una redazione che sceglie, e decide, costituisce un ostacolo alle adesioni, dunque dovremo essere capaci di concepire qualcosa che sembri meno soggetto all'arbitrio rispetto ad un gruppo di redazione.
* La suddivisione interna della piattaforma che proponiamo non sarebbe, o non sarebbe soltanto, in rubriche, ma veri e propri argomenti tematici di confronto e di proposta.
PARTE SECONDA: APPENDICE Configurazione della Rete delle Reti / Contenuti tematici
La fase della discussione svoltasi, nella giornata del 28 gennaio 2012, dopo la fase della presentazione dei contributi offerti dai gruppi e dalle singole che vi partecipavano, ha dato l'opportunità di mettere in evidenza un aspetto fondamentale del progetto, e cioè la necessità di tenere distinti il piano dei contenuti tematici da quello della configurazione delle Rete delle Reti, e della funzione della Rete come strumento connettivo.
PARTE SECONDA: APPENDICE Configurazione della Rete delle Reti / Contenuti tematici
La fase della discussione svoltasi, nella giornata del 28 gennaio 2012, dopo la fase della presentazione dei contributi offerti dai gruppi e dalle singole che vi partecipavano, ha dato l'opportunità di mettere in evidenza un aspetto fondamentale del progetto, e cioè la necessità di tenere distinti il piano dei contenuti tematici da quello della configurazione delle Rete delle Reti, e della funzione della Rete come strumento connettivo.
Per quanto riguarda la configurazione della Rete delle Reti, mi è sembrato che il progetto presentato da Donne Ultraviolette, molto raffinato e dettagliato, fosse sostanzialmente compatibile con l'impostazione del progetto Facciamo Rete (ri)presentato da Francesca Sanzo e Giorgia Vezzoli: nel senso che entrambe le proposte concepiscono la Rete delle Reti come una struttura di collegamento, cui possano afferire le diverse realtà delle donne nel web allo scopo di interconnettersi, e quindi di conoscersi, di confrontarsi, e di interagire.
Da questo riconoscimento e da questa interazione nascerebbero le aggregazioni intorno a contenuti tematici, di volta in volta trasversalmente individuati dal confronto tra le diverse donne delle diverse realtà webbiche, delle diverse realtà virtuali e materiali.
Sono proprio queste articolazioni tematiche, come mi piacerebbe definirle,articolazioni tematiche vive sia nello spazio virtuale che, laddove possibile, in quello materiale, che permetteranno di elaborare contenuti condivisi e di definire obiettivi. Il che non significa che ciascuna di noi non possa avere a cuore, fin d'ora, un tema in particolare, e che non possa avere ben presente un determinato obiettivo: significa che per conseguire la realizzazione di questi obiettivi, la nostra volontà individuale, i nostri appelli, le nostre proposte, da sole non bastano.
Per il conseguimento di un obiettivo, come tutte sappiamo, è necessario che questo obiettivo venga definito, ma è pure necessario che il perseguimento di questo obiettivo venga sostenuto dalla più ampia partecipazione possibile, ed è proprio questo il punto: la più ampia partecipazione, al livello delle donne consapevoli, si ottiene soltanto se alla definizione di questo obiettivo avranno partecipato il più ampio numero di donne potenzialmente interessate.
Sappiamo che per tutte noi è difficile aderire in modo convinto e duraturo a qualcosa che non abbiamo contribuito ad elaborare, di cui non siamo coautrici e compartecipi. E dobbiamo pensare che quello che vale per noi, vale anche per tutte le altre. Dunque, il piano dell'interrelazione tra le donne consapevoli è il piano fondamentale per realizzare la definizione degli obiettivi, e per ottenere la più ampia partecipazione al loro perseguimento: ed è questo è lo spazio della Rete delle Reti, ed è questa la sua funzione.
Ma per conseguire ciascun obiettivo sul piano della realtà politica, civile, culturale, le donne consapevoli non bastano, sarà necessario acquistare a ciascuna causa anche tutte quelle donne che consapevoli non sono, o almeno una porzione sufficiente di esse. Questo è un secondo livello di ampliamento della partecipazione, alla realizzazione del quale sarà necessario un repertorio di forme e di modi di comunicazione efficaci che dovremo mettere in atto.
Non ho proposte, ma chi di noi ha parlato di comunicazione nelle scuole (Ornella Mascoli), ha sicuramente presente l'attività e le esperienze di Lorella Zanardo e del suo staff, con il progetto "Nuovi occhi per la TV", oppure quelle di Ico Gasparri e della sua educazione alla lettura degli orrori della cartellonistica stradale ("Il maestro del lupo cattivo").
Chi ha parlato di nuovi linguaggi (Stefania Barzini e DEB) ha sicuramente presente la realtà delle giovani generazioni, quelle già uscite dalla scuola, da più o meno tempo, ragazze e ragazzi che hanno linguaggi propri, ed idee proprie, linguaggi ed idee che ci dobbiamo disporre ad ascoltare per essere in grado di interrelarci.
E in questo senso la funzione della Rete delle Reti dovrebbe poter essere transgenerazionale, e potrà esserlo solo se sarà in grado di far dialogare utilmente tra loro le donne più adulte, con la loro storia e le loro associazioni, quando vi siano, e quella fetta di giovani generazioni consapevoli, e di giovani donne consapevoli, che nel web sono rappresentate dalle giovani bloggers: queste sono le opinioniste delle donne più giovani di noi, e queste costituiscono i link tra le donne che sono state giovani negli anni '70 e le loro figlie e nipoti.
Le donne dei comitati territoriali delle Marche hanno parlato di tutte quelle donne che ad internet non arrivano, oppure che internet non lo userebbero mai per arrivare ai nostri link; ed è evidente che la partecipazione di queste donne ad un obiettivo si potrà ottenere soltanto con la presenza fisica nelle realtà territoriali: è difficile, è lungo, ma è possibile, come l'esperienza di tante di voi ha dimostrato.
Per finire, un esempio di come potrebbe lavorare la Rete delle Reti: una di noi ha ricordato i problemi sempre più gravi nell'applicazione corretta della legge 194; ebbene, di questo tema si sono occupate e si occupano moltissime donne nel web, e già la rete funziona da connessione tra loro, e così, alle storie di donne che Lipperini viene pubblicando di giorno in giorno, rispondono e si intrecciano i post di altre blogger, e di altri siti, e di associazioni, e di gruppi.
Da questa interrelazione, che si attesta sul piano dell'informazione e della discussione, non sarebbe impossibile passare ad un altro piano, quello della definizione condivisa di strumenti operativi per modificare questa realtà. Ma perché ciò accada bisogna conoscersi, riconoscersi, e parlarsi: a questo dovrà servire la Rete delle Reti.
Grazie cara Paola di questo importante contributo.
RispondiEliminaAbbiamo lavorato tanto, all'inizio, per "costruire" questa prima struttura del blog e inserire tutti i primi interventi, che solo adesso, piano piano, stiamo iniziando a passare sotto ai vari post, per ringraziare tutte. Dobbiamo trovare il tempo di farlo, e non solo genericamente; ma anche per questo ci vuole tempo...
Alcuni contributi, come il tuo, sono ancora più preziosi di altri, perché attentamente critici, (nel senso positivo), vanno a fondo dei problemi offrendo serie riflessioni e suggerimenti, e già sono nello spirito di fornire segnalazioni e creare legami.. grazie 2 volte, dunque :-)