lunedì 30 gennaio 2012

Parla Silvia Nascetti

Gender Mainstreaming, Buone Prassi e Azioni Positive, Empowerment: sono i fondamentali elementi per una società nuova, migliore di quella attuale, dove donne e uomini abbiano le stesse opportunità. 
Dove lo "sguardo" sulla realtà, sulla visione del futuro e programmazione dello sviluppo sia doppio, femminile e maschile. 
Il punto di partenza è la volontà di cambiare con il Gender Mainstreaming, il punto di vista delle donne in tutte le politiche ed azioni.  
Il paradigma sono le buone prassi, gli esempi cui ispirarsi, internazionali, europei e nazionali, quelle azioni positive che riequilibrano le situazioni di discriminazione, che "umanizzano" la società rendendola più accogliente e più equa per tutti, donne e uomini. Punto di forza è l'empowerment, che è di più di una normale "presa di potere", è la mutazione radicale del concetto stesso di potere quale lo conosciamo oggi, il recupero della ‘polis’ e la nascita di una vera democrazia cui partecipano tutte le persone. Un radicale cambiamento nel dire “possiamo” e non “abbiamo il potere”, aggiungendo al “We can do it” anche il “We care”, forse l'inizio di un mondo nuovo... 
Proposta: tracce per costituire dei gruppi di lavoro
Gender Mainstreaming, Buone Prassi e Azioni Positive, Empowerment

1. Nella vita PUBBLICA e nella POLITICA
▪ aumento delle donne nei luoghi decisionali della politica
▪ rappresentanza e sperimentazione di nuove forme innovative di promozione della presenza femminile nelle istituzioni nazionali e locali
▪ regole trasparenti e democratiche, con il valore dell'etica, del merito e della competenza, per la selezione delle candidature e l'inserimento alternato di donne ed uomini nelle liste
▪ obbligatorietà della non prevalenza di un genere rispetto all’altro nella composizione di giunte (comunali, provinciali e regionali) e consigli di amministrazione di società partecipate da Stato e Enti Locali
▪ campagna di sensibilizzazione per la democrazia paritaria e governance di parità (forte campagna di sensibilizzazione rivolta a cittadini e cittadine italiane sulla presenza femminile in politica e nelle istituzioni e una decisa pressione sui partiti, con il fine di una modifica dell’atteggiamento, del costume, negli interventi normativi) 
▪ gender budgeting, vale a dire promuovere a tutti i livelli processi di bilancio più trasparenti e adeguati, che integrino la prospettiva di genere nella programmazione e nelle politiche di bilancio. In questa prospettiva, nessuna decisione di politica economica si può definire neutrale rispetto al genere: poiché il presupposto di tale strategia è l’assunto che donne e uomini esprimono bisogni differenti e rivestono ruoli diversi all'interno del sistema economico locale. 
▪ applicazione effettiva dell'art. 51 della Costituzione [1] 
▪ applicazione e controllo, con previsione di sanzioni significative, dell'art.3 (Risorse per accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica) della legge n.157 del 1999 (rimborsi spese elettorali ai partiti) [2]

2. Su LAVORO e WELFARE
▪ agevolazioni e incentivi reali all’imprenditorialità e lavoro autonomo femminile (anche con protocolli con il sistema bancario e del credito)
▪ codici di pratiche di parità, destinati sia alle aziende private che alle autorità pubbliche, in materia di occupazione e di fornitura di beni e servizi. 
▪ marchio di qualità per le imprese che adottano politiche di genere (es. diversity management,  flessibilità oraria, politiche di conciliazione, ferie in concomitanza chiusura scolastica,servizi webcam per i figli in età prescolare presso asili nido, ecc.) collegato ad es. con benefici fiscali e premialità nelle gare e appalti pubblici 
▪ effettivo sistema sanzionatorio per le discriminazioni dirette per quanto riguarda assunzione, avanzamento di carriera e licenziamento riconducibili all’ orientamento sessuale 
▪ controlling della parità che si fonda sull'idea che la realizzazione della parità effettiva deve essere integrata nei correnti processi aziendali di pianificazione e gestione, e deve essere iscritta nelle mansioni della dirigenza 
▪ politiche di reale sostegno alla conciliazione dei tempi vita-lavoro (family frendly) del rapporto di lavoro (es. condizioni di lavoro, gli orari di lavoro e di servizio, la struttura dei salari, le offerte in materia di perfezionamento, ecc.) e valorizzazione delle carriere professionali delle lavoratrici, in un'ottica di organizzazione della società e non in termini di mero aiuto alle donne 
▪ valorizzare l’approccio femminile al lavoro e la «differenza di genere» in termini di cultura, competenze, stile di leadership (l’intero iter professionale delle donne, dal recruitment allo sviluppo e l'avanzamento di carriera.) 
▪ politiche per aiutare, donne e uomini, a raggiunge un equilibrio tra vita professionale e privata (per esempio prolungamento del periodo di maternità, sharing, flex-time e soluzioni part-time alternative), programmi di training sulla leadership al femminile, e sul diversity management, iniziative di monitoraggio della carriera e mentoring per donne, nonché sponsorizzazione che favoriscono il networking e il relationship building tra donne che lavorano 
▪ politiche per la salute, sostegno alla libera determinazione della donna, e per il supporto del sistema dei servizi sociali (childcare e oldcare).

3.  Nel mondo dell’INFORMAZIONE e MASS MEDIA
▪ partire dall’innovazione del sistema d’informazione come veicolo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso l’affermazione del “pari”
▪ contrasto all'utilizzo del corpo femminile come strumento pubblicitario e mercificazione dell'immagine della donna, soprattutto alle forme di istigazione alla violenza connessa a fenomeni mediatici
▪ campagna televisiva e sulla stampa per l'uso di messaggi neutrali dal punto di vista del genere

4. Nell'EDUCAZIONE e FORMAZIONE 
▪ inserire nel sistema educativo il tema del genere e della diversità, sin dall'età prescolare,  che possa coinvolgere i bambini e gli adolescenti ad accettare le diversità come valore sociale 
▪ campagna d’informazione per la promozione di scelte professionali neutre, con lo  scopo di avvicinare le studentesse alle professioni in cui predominano ancora gli uomini e di far loro conoscere personalmente donne che esercitano professioni tecniche altamente qualificate (mentoring) 
▪ promozione della cultura della parità di genere nei libri di testo scolastici e universitari, valorizzando ed enfatizzando le donne nella storia, nella cultura, nell’arte, nella filosofia, nelle scienze, nella politica, ecc. 
▪ la scuola di ogni grado, la formazione professionale, l’università devono rappresentare “un grande meccanismo di eguaglianza e di opportunità"

5.  Per la PREVENZIONE, SICUREZZA E VIGILANZA
▪ politiche di sostegno per la sicurezza, prevenzione e vigilanza in tema di “violenza contro le donne” (psicologica, morale, fisica, ecc.) 
▪ Piano Nazionale contro la Violenza e monitoraggio delle politiche svolte (sostegno alla costituzione di centri antiviolenza, specifico registro per i Centri anti violenza, potenziare le forme di assistenza, favorire le professionalità nei centri, garantire l'acquisizione periodica e strutturata dei dati, ecc.)

Appunti "politici" (a cura di Antonella Panetta) 
  
I temi centrali si possono sintetizzare in alcune elementari domande:
Chi siamo 
Cosa facciamo e cosa vogliamo fare 
Dove vogliamo andare 
Con chi
Chi deve realizzare? 

Chi siamo?
Questa domanda pone il tema della identità, della sua rappresentazione simbolica a cui possiamo arrivare solo con una conoscenza pratica e teorica , attraverso la conoscenza e il riconoscimento che è sia dell’appartenenza ad una associazione il cui scopo trasversale è le pari opportunità e successivamente l’identificazione del percorso e le azioni scelte per raggiungere tale scopo.
Identità personale, il nostro bilancio di competenze, la collocazione e il posizionamento
Chi siamo è anche conoscenza statistica. Questi dati sono importanti in quanto restituiscono informazioni fondamentali e dunque è necessario raccoglierli seguendo criteri di scelta precisi . dalla loro lettura è possibile ricavare indicazione di tipo qualitativo importanti e decisive per la costruzione di una rappresentazione collettiva che aiuti il processo di “penetrazione “ nelle Associazioni, della Politica, dell’università, nel mondo del lavoro, nel sindacato, nell’informazione, ovunque noi siamo.

Cosa facciamo e cosa vogliamo fare? 
ciascuna con responsabilità e con una libera scelta aderisce alla rete delle donne riconoscendo il principio della necessità di sostenere concretamente la costruzione anzi la ricostruzione di una azione ampia che sia politica ma anche culturale, comunque concreta attenta ad ogni aspetto che coinvolge le donne. Salute, informazione, lavoro , ecc ecc. 
La coerenza è l’adesione al progetto di cambiamento che riconosce alle donne un ruolo determinante e le impegna a dare conto al movimento. 
Sappiamo perfettamente che la condizione femminile non è condizione sufficiente a garantire un cambiamento, dunque è necessario che ci si impegni seriemente a sostenere le donne che hanno la forza e la capacità di mantenere la lucidità e l’onestà di confrontarsi e di portare la parità nella politica anche attraverso liste proprie, nelle Associazioni datoriali, nelle società pubbliche, nei sindacati e in qualunque luogo dove si assumo scelte e decisioni .

Dove vogliamo andare, superando la liturgia delle procedure formali (che pure sono importanti) quali contenuti, quale percorso ci fa stare insieme?
Il dove vogliamo andare insieme è un tema assolutamente centrale in quanto impegna il nostro futuro , e quello dei nostri figli , dei nostri compagni . Implica la condivisione dell’impegno , del tempo , delle risorse che sono materiali, ma anche immateriali , che se è adesione convinta diventa anche la base per il rilancio e per la promozione .
Se condividiamo la visione avviamo anche il processo di cambiamento, le azioni da realizzare, le persone che possono impegnarsi , gli strumenti da mettere in campo. Se condividiamo la visione componiamo e diamo spazio alle differenze, arricchiamo il dibattito, realizziamo il metodo.
Questo è tempo di recupero e di innovazione , per noi il recupero è nelle nostre profonde radici di partecipazione democratica e di sobria e oculata distribuzione equa delle risorse.
L’innovazione è costruire processi di comunicazione all'interno alla nostra organizzazione e all'esterno, utilizzando gli strumenti delle nuove tecnologie fino in fondo. Noi abbiamo molte più opportunità di scambio e di innovazione, proprio dalla contaminazione dei settori e delle competenze.

Con chi? 
Abbiamo la necessità di confrontarci e di essere presenti in tutti i tavoli dove si concertano le scelte politiche di governo, dobbiamo esserci con le idee chiare e con progetti nostri , discussi e condivisi nei nostri spazi di governance interni.
L’autonomia non è una proposizione di principio , l’autonomia è la chiarezza degli obiettivi, del progetto, la definizione delle linee guida per realizzarlo e la identificazione di come coinvolge i vari settori, e quali sono le azioni di adeguamento e di sforzo che bisogna realizzare per affermarla.
Investire nella partecipazione attiva significa realizzare iniziative che siano sentite come necessarie, raccogliere i fabbisogni delle donne e degli uomini.

Chi deve realizzare queste cose?
La famosa governance. Le donne devono sentirsi impegnate pienamente dentro questo processo di cambiamento, se tutto rimane come è attualmente anche le donne che vogliono davvero il cambiamento si sentiranno autorizzate a tirare avanti la carretta con delle risidue energie e senza impegnarsi a contribuire ad un vero rinnovamento. Cercando disperatamente con maggior successo altri di zappettare il proprio e solo orticello, affacciandosi di tanto in tanto alla questione di rappresentanza e di appartenenza al genere solo per utilizzarne quando è opportuno il marchio , tenendosi le proprie relazioni politiche ed istituzionali per ottenere il proprio pezzettino.
Riporto testualmente una citazione dal "Rapporto sul lavoro femminile Assessorato al Lavoro, Pari opportunità, Politiche giovanili Direzione Regionale Lavoro" del 23/9/2009; Le donne cambiano il lavoro: “È ipotizzabile che questa progettualità parta dai soggetti femminili, che debbono oggi prendere la parola per ridisegnare il futuro, reso attualmente tendenzialmente sterile dalla mancanza dell’apporto delle donne”.
In conclusione noi possiamo coraggiosamente adottare una linea innovativa che tenga conto di chi siamo , includendo tutti i soggetti attivi nella nostra governance per avviarci verso una nuova visione dei diritti dell’economia assumendoci tutti con impegno e responsabilità il tema della partecipazione, oppure delegare la nostra rappresentanza e continuare a sentirci coinvolti quando lo riteniamo funzionale. Difficilmente costruiamo l’autonomia se la nostra adesione e il nostro impegno è tentennante. L’autonomia si costruisce se siamo un soggetto coeso.

note:
[1] Articolo 51 Costituzione Italiana: Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge [cfr. artt. 56 c. 3, 58 c. 2, 84 c. 1, 97 c. 3, 104 c. 4, 106, 135 cc. 1, 2, 6, XIII c. 1]. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.
La legge può, per l'ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro.

[2] Legge 3 giugno 1999, n. 157 "Nuove norme in materia di rimborso delle spese per consultazioni elettorali e referendarie e abrogazione delle disposizioni concernenti la contribuzione volontaria ai movimenti e partiti politici". Art. 3. Risorse per accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica. 
1. Ogni partito o movimento politico destina una quota pari almeno al 5 per cento dei rimborsi ricevuti per ciascuno dei fondi di cui ai commi 1 e 5 dell'articolo 1 ad iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica.
2. I movimenti ed i partiti politici di cui al comma 1 introducono una apposita voce all'interno del rendiconto di cui all'articolo 8 della legge 2 gennaio 1997, n. 2, al fine di dare espressamente conto dell'avvenuta destinazione delle quote dei rimborsi alle iniziative di cui al medesimo comma 1.

Silvia Nascetti (giuslavorista ed esperta di labour & gender oriented policies, e Vice Presidente Internazionale della Confédération des Femmes de la Meditérranée - Paris), nel 2009 ha fondato su fb il gruppo Donne che si sono stese sui libri e non sui letti dei potenti e uomini che le amano così , il quale conta attualmente ben 22.000 adesioni.

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